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Questo articolo è stato pubblicato il 06 febbraio 2013 alle ore 10:56.

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Chokri Belaid, segretario di Nida Tounes, il partito dei Patrioti. (Afp)Chokri Belaid, segretario di Nida Tounes, il partito dei Patrioti. (Afp)

Un'esecuzione che può trascinare la Tunisia nel caos: questa è la possibile conseguenza di quanto è avvenuto stamane a Tunisi dove è stato freddato con quattro colpi d'arma da fuoco davanti alla sua abitazione, nel quartiere El Menzah, Chokri Belaid, segretario di Nida Tounes, il partito dei Patrioti, maggiore formazione dell'opposizione di spiccata tendenza laica capeggiata dall'ex primo ministro Caid El Essebsi.

Si tratta dell'attentato più grave avvenuto in Tunisia dalla caduta del dittatore Ben Alì nel gennaio di due anni fa e che diede il via alla primavera araba. L'assassinio di Belaid avviene in una fase delicata della transizione tunisina mentre si moltiplicano i segnali di intolleranza dell'ala radicale islamica. Gli estremisti salafiti nella serata di sabato scorso avevano tentato di dare l'assalto alla sede di Tunisi di Nida Tounes: il primo attacco era stato respinto non dalla polizia ma dai militanti del partito che avevano lanciato l'allarme convocando gli iscritti per difendere la sede della formazione politica.

Nida Tounes, secondo alcuni sondaggi recenti, era dato in forte ascesa e avrebbe superato nelle preferenze il partito di maggioranza al governo, Ennhada, Rinascita, formazione islamista guidata da Rashid Gannnouchi, storico esponente dell'Islam politico vicino ai Fratelli Musulumani.
Il momento era già critico e dopo l'assassinio di Belaid è diventato drammatico. Da settimane la coalizione al governo, guidata dall'islamico Djebali e formata da tre partiti - Ennhada, i repubblicani del presidente Moncef Marzouki e da Ettakatol - tenta di trovare un accordo per formare un nuovo esecutivo ma le trattative sono paralizzate.

Le voci di dimissioni si rincorrono, anche quelle del presidente Marzouki, che per smentirle ieri ha improvvisato un messaggio tv alla nazione chiedendo un governo di salvezza nazionale. Alle difficoltà politiche, in un clima sempre più infuocato per gli attacchi degli estremisti ai simboli del laicismo e dell'Islam più tollerante (distrutti in un anno 37 mausolei sufi), si aggiungono quelle economiche: la crisi sta costringendo la Banca centrale a chiedere un sostanzioso aiuto al Fondo monetario internazionale mentre aumenta la disoccupazione giovanile e la rabbiosa insoddisfazione di un popolo deluso dalla rivoluzione.

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