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Questo articolo è stato pubblicato il 08 febbraio 2013 alle ore 18:56.

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«Certo, è stato impossibile - se non per piccole cerchie di nostalgici sul piano teoretico e di accaniti estremisti sul piano politico - sfuggire alla certificazione storica del fallimento dei sistemi economici e sociali d'impronta comunista». Così ha scritto il presidente Giorgio Napolitano in un contributo, pubblicato oggi integralmente dall'Osservatore romano, alla raccolta di scritti 'Praedica verbum' edita dalla fondazione Ambrosianeum in onore del settantesimo compleanno del cardinale Gianfranco Ravasi, presiedente del pontificio consiglio della Cultura.

L'inquinamento morale genera l'impoverimento della politica
«Il visibile impoverimento ideale e culturale della politica ha rappresentato il terreno di coltura del suo inquinamento morale», ha scritto Napolitano riecheggiando una sua lezione all'università di Bologna del gennaio 2012. «Non è questa la sede in cui interrogarmi sul futuro, su una possibile, graduale ma netta, inversione di tendenza. Posso tutt'al più ribadire programmaticamente - scrive Napolitano - la mia fiducia nella conclusione che Thomas Mann suggeriva ai tedeschi nel pieno della catastrofe provocata dalla degenerazione estrema della politica, quella del barbarico totalitarismo e bellicismo nazista: "La politica non potrà mai spogliarsi del
tutto della sua componente ideale e culturale, mai rinnegare
completamente la parte etica e umanamente rispettabile della
sua natura"». Il testo di Napolitano è corredato da una foto che ritrare il colloquio tra il cardinale Ravasi e il presidente Napolitano ad Assisi per il Cortile dei gentili (5 ottobre 2012).

Recuperare la visione laica della politica
È necessario, secondo Napolitano, «un pieno e limpido, razionale recupero a una visione laica della politica degli ideali della libertà (politica e anche economica), della giustizia, promozione e protezione sociale, della solidarietà come dovere e sentimento individuale e come responsabilità e prassi collettiva, del più ricco sviluppo della persona e della costruzione di un ordinamento fondato su ineludibili diritti e doveri comuni».

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