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Questo articolo è stato pubblicato il 08 febbraio 2013 alle ore 06:40.

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Emissione di titoli del Tesoro dedicati al pagamento dei debito delle Pa verso le imprese. Un file aperto mercoledì a tarda sera e ripreso con forza ieri. Pier Luigi Bersani, di fronte alle montanti promesse di avversari e competitor, rilancia un'idea forte per dare subito ossigeno e liquidità alle imprese strozzate dalla crisi.

E il mondo imprenditoriale subito apprezza: «Abbiamo sentito la proposta di Bersani, è sicuramente una misura positiva che va nella nostra direzione – ha commentato il direttore generale di Confindustria Marcella Panucci –. Il debito della Pa verso i privati è stato stimato da Banca d'Italia in 71 miliardi». Si tratta appunto di un'emissione di titoli sul modello del Btp Italia, per 10 miliardi di euro all'anno, per 5 anni, vincolati esclusivamente al pagamento dei debiti delle Pa verso le imprese, in via prioritaria alle micro e piccole imprese. «I mercati sanno bene che sono soldi dovuti e non hanno i prosciutti agli occhi – ha spiegato ieri il leader del Pd –. Ci chiedono sì solidità e rigore, ma ci chiedono anche di mettere in moto la crescita. Non possiamo assistere a una morìa di piccole e medie imprese».
Bersani ieri ha accennato anche all'internazionalizzazione delle imprese, alla vendita del patrimonio pubblico («non si tratta di vendere il Colosseo, giardini pubblici o ospedali, ma parte del patrimonio immobiliare»), alla necessità di introdurre un salario minimo e un reddito di cittadinanza. Tutte cose che sono nel programma del Pd, non certo inventate in finale di campagna elettorale. Ma che ora è necessario "vendere" meglio da un punto di vista mediatico. Oggi il leader del Pd sarà a Torino, dove domani interverrà alla riunione dei progressisti Ue, e lancerà un'idea forte sul lavoro rivolta ai giovani. Già ieri, a Berlusconi che parlava di 4 milioni di posti di lavoro, Bersani rispondeva: «Aspettiamo ancora quella milionata là. Intanto 700mila sono rimasti a casa quest'anno». Forse non è un caso la cifra di 700mila. È la stessa del progetto di cui l'economista Carlo Dell'Aringa, capolista Pd in Lombardia, ha discusso nelle ultime settimane con Bersani (si veda Il Sole 24 Ore del 20 gennaio scorso) e che potrebbe essere lanciato proprio oggi: l'"adozione" appunto di 700mila giovani disoccupati da parte dello Stato che se ne prende carico attraverso politiche attive di sostegno (dalla formazione all'apprendistato all'attivazione di efficienti centri per l'impiego).
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CONTRAPPUNTO
Ma il motore resta lo sviluppo
Bersani ha il merito di aver posto al centro della campagna elettorale il lavoro, «parametro di tutte le politiche» secondo la Carta d'intenti del centrosinistra. Salario minimo e lotta alla precarietà però non bastano: il motore dell'occupazione resta lo sviluppo.
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