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Questo articolo è stato pubblicato il 10 febbraio 2013 alle ore 15:32.

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Sei grandi catene di supermercati francesi ritirano dagli scaffali dei loro negozi in Francia i prodotti di Findus e Comigel per il timore che contengano carne di cavallo. Lo annuncia la federazione del commercio e della distribuzione. Si tratta, come si legge sul sito online di Le Figaro, di Auchan, Casino, Carrefour, Cora, Monoprix e Picard. I prodotti sono ritirati, secondo il comunicato della federazione, «per la non conformità dell'etichettatura rispetto alla natura della carne» dei gruppi. E in serata da Parigi arriva la notizia che una riunione d'emergenza è stata convocata per domani sera dal governo, fra alcuni suoi rappresentanti e una delegazione del settore carni.

L'annuncio dal ministero con delega al Consumo, Benoit Hamon, mentre si allarga lo scandalo della carne di cavallo utilizzata nei prodotti surgelati, «Il ministro del Consumo - spiegano al ministero - riunirà domani sera, con il ministro dell'Agricoltura Stephane Le Foll, e quello delegato all'Agroalimentare (Guillaume Garot) i protagonisti del settore. Si tratta di fare con loro il punto di quanto successo e poterne trarre le prime lezioni". Garot ha precisato che si «farà il punto sulla tracciabilità delle carni e ci si assicurerà del ritiro di tutte le merci contestate» con i «rappresentanti dei produttori, la catena di trasformazione, la grande distribuzione e le industrie alimentari». Tracciabilità delle carni indicata come la chiave dell'intera vicenda anche da un comunicato della Coldiretti.

Continua così lo scandalo della lasagna di cavallo partito dal Regno Unito. Dopo aver scioccato gli inglesi, che il cavallo lo amano ma non lo mangiano, le lasagne Findus diventano un'accusa incrociata fra l'azienda svedese di cui portano il marchio, il distributore francese che lo confeziona, il fornitore in Romania da cui proviene la carne incriminata. Ieri la svedese Findus ha parlato di truffa ai suoi danni e ha annunciato di sporgere denuncia contro ignoti. La francese Comigelo ha detto di esser stata raggirata dai rumeni che hanno risposto: i francesi non potevano non sapere, la carne di cavallo ha un altro sapore rispoetto a quella di manzo, la carne dichiarata ufficialmente sulla confezione.

Oggi Bucarest annuncia l'avvio di un'inchiesta sullo scandalo. Le autorità rumene respingono al mittente, ossia alla Francia, l'accusa. "Ho difficoltà a credere che qualsiasi macello rumeno possa consegnare cavallo sotto l'etichetta di carne bovina", a causa dei controlli sistematici ai macelli, ha detto alla France presse il Presidente dei sindacati dell'industria alimentare (Lisf), Dragos Frumosu. A suo giudizio, l'importatore francese deve controllare la qualità della carne al suo arrivo, specialmente quando si tratta di grossi quantitavi: «Se non ci sono proteste all'arrivo della carne, quando emerge che è cavallo e non manzo, allora vuol dire che sei stato complice con il produttore rumeno, cambiando l'etichetta dopo».

Da parte sia, il Presidente dell'associazione Romalimenta, che riunisce i gruppi del settore alimentare, Sorin Minea, ha precisato che sono tre i grandi macelli di cavalli in Romania che esportano la maggior parte della carne, soprattutto verso France e Italia. Un esperto dell'agroalimentare rumeno che ha chiesto l'anonimato ha dichiarato alla France presse che «esiste una filiera formata in particolare da italiani che acquistano carne di cavallo a buon mercato in Romania e la rivendono molto più cara in Italia», ma sotto l'etichetta di carne di cavallo.

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