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Questo articolo è stato pubblicato il 11 febbraio 2013 alle ore 14:24.

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La notizia delle dimissioni del Papa ha fatto subito il giro del mondo. «È una notizia che emoziona»: ha detto la cancelliera tedesca Angela Merkel commentando le dimissioni di papa Benedetto XVI, una scelta che, ha sottolineato, suscita «il mio più grande rispetto». «È e rimane uno dei più importanti teologi del nostro tempo», ha aggiunto la connazionale Merkel. Il mandato del pontefice della Chiesa cattolica è «straordinariamente impegnativo da tenere sulle proprie spalle. Ha avuto un grande coraggio», ha detto il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, parlando con i giornalisti al Quirinale in merito alla decisione di Papa Benedetto XVI. Nel corso del recente concerto nella Sala Nervi per celebrare l'84esimo anniversario dei Patti Lateranensi, Benedetto XVI avrebbe confidato a Napolitano l'intenzione di dimettersi. E' quanto sottolineano fonti vaticane all'Adnkronos. In quell'occasione, il Capo dello Stato aveva indirizzato a Benedetto XVI un commosso saluto.

Cameron: mancherà a milioni di persone
Il papa Benedetto XVI «mancherà a milioni di persone come leader spirituale»: lo ha detto il primo ministro britannico, David Cameron, commentando le dimissioni a sorpresa del pontefice, annunciate questa mattina. «Faccio i miei migliori auguri a Papa Benedetto. Ha lavorato indefessamente per rafforzare le relazioni fra la Gran Bretagna e la Santa Sede», ha scritto Cameron in un comunicato.

Hollande: rispetto la sua decisione
Il presidente francese Francois Hollande ha definito «assolutamente rispettabile» la decisione del Papa di dimettersi. "Non ho nessun commento particolare su questa decisione assolutamente rispettabile che porterà alla nomina di un nuovo Papa», ha detto Hollande a margine di una sua visita a una banlieue parigina. «La Repubblica saluta il Papa, che ha preso questa decisione», ha aggiunto.

Prodi: decisione grave e difficile. Gli sono vicino
«Mi sento profondamente vicino a sua Santità Benedetto XVI per una decisione che penso grave e difficile. Sento il dovere e la necessità di esprimergli anche in questo momento la nostra gratitudine per il contributo che, con questo gesto innovativo e imprevedibile, ha voluto dare a una profonda trasformazione della Chiesa«. Lo dichiara l'ex premier Romano Prodi in una nota.

Il segretario di papa Giovanni XXIII: ho pianto
''Ho pianto, ho versato una lacrima quando ho sentito l'annuncio delle dimissioni di Benedetto XVI. Mi sono commosso non per paura di cio' che accadra' alla Chiesa, ma per l'affetto, la stima, la gratitudine e l'amore che nutro verso la persona del Santo Padre''. Monsignor Loris Capovilla, 96 anni, segretario particolare di Papa Giovanni XXIII, dalla sua casa di Sotto il Monte, paese natale di Angelo Giuseppe Roncalli, affida all'Adnkronos la sua ''commozione'' per ''questo ennesimo grande gesto di bonta''' compiuto da Joseph Ratzinger. Monsignor Loris Capovilla, considerato la ''memoria vivente'' di Papa Roncalli, definisce quello di Benedetto XVI ''un gesto grandemente umano con il soffio dello Spirito, un segno della Provvidenza che continua a guidare la sua Chiesa''.

Arcivescovo di Canterbury: cuore gonfio
Il nuovo Arcivescovo di Canterbury, Justin Welby, ha appreso con il «cuore gonfio» l'annuncio delle dimissioni di papa Benedetto XVI ma ha aggiunto di comprendere "totalmente" la sua decisione.
«È con il cuore gonfio ma con una totale comprensione che abbiamo appreso la decisione di papa Benedetto XVI di rinunciare alla sua carica di vescovo di Roma, che ha condotto con una grande dignità, lungimiranza e coraggio», ha dichiarato il capo spirituale della Chiesa anglicana, aggiungendo che si esprimeva a nome degli "anglicani del mondo intero".

Rabbino Roma: con lui confronto costruttivo
"La prima reazione è stata la grande sorpresa per la decisione di Papa Benedetto XVI di lasciare il Pontificato il prossimo 28 febbraio. Segue il rammarico: il rapporto con questo Papa è stato basato sulla stima". Lo dichiara il Capo Rabbino della Comunità Ebraica di Roma, Riccardo Di Segni.
"Benedetto XVI è stato ed è un interlocutore dotto e sensibile - prosegue - e abbiamo apprezzato in particolare la sua attenzione a sottolineare le radici ebraiche del cristianesimo, come premessa per un rapporto rispettoso e costruttivo. Certo non sono mancati momenti di divergenza, inevitabili per le differenze essenziali e insanabili tra i due mondi; ma c'è stata sempre una volontà positiva di confronto e di costruzione. Non sarà dimenticata la sua visita alla Sinagoga di Roma nel gennaio del 2011, come segno di continuità nella traccia segnata dal suo predecessore".

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