Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 12 febbraio 2013 alle ore 11:48.

My24

Il gruppo dei Sette Paesi più importanti al mondo annuncia di «non avere obiettivi a livelli di tassi di cambio» delle principali valute internazionali, ma aggiunge che «una volatilità eccessiva» delle valute «é negativa per le economie» così come «movimenti disordinati delle valute sono negativi per la stabilità». È quanto si legge in un comunicato congiunta dei
Sette che ribadiscono di «voler cooperare in materia di cambi nelle forme dovute».

Nessuna «guerra delle valute»
Le politiche monetaria, si legge ancora nella nota, «resteranno focalizzate su obiettivi di natura domestica» Il monito del G7 arriva al termine di una serie di conference call e di contatti internazionali realizzati anche in vista del G20 di Mosca che avrà come oggetto la questione cambi e il fantasma di quella guerra valutaria che ha più volte fatto capolino nelle ultime settimane. Il comunicato sottolinea dunque che se da un lato l'impegno internazionale è per un mercato delle valute libero e flessibile, dall'altro altrettanto importante è il coordinamento in campo valutario, essenziale per evitare fluttuazioni valutarie indesiderate. Del resto anche il vicepresidente della Bce Vitor Constancio da Helsinki ha sottolineato che
non c'è alcuna «guerra delle valute» e in ogni caso questa eventualità che deve essere comunque evitata.

Grilli (Tesoro): «Rapporti tra monte determinati dai mercati»
«Ovviamente vogliamo che tutti rispettino questi principi e mi aspetto che vengano confermati», ha aggiunto Constancio, ribadendo che il tasso di cambio non deve essere oggetto delle politiche di un governo. Anche il ministro dell'Economia italiano Vittorio Grilli si è pronunciato sul rapporto euro-dollaro: «Sappiamo che quando abbiamo creato l'euro, lo abbiamo fatto per farne una moneta forte, di riserva e non per competere con le svalutazioni. I tassi di cambio devono essere determinati liberamente perché crediamo nel mercato. Ha dichiarato nel corso di un'intervista televisiva. Certo - ha aggiunto-un esportatore preferirebbe una moneta meno forte, tuttavia i tassi di cambio devono essere determinati dai mercati». Leggermente diversi, invece, gli accenti usati dal ministro delle finanze francese, Pierre Moscovici: «Abbiamo bisogno di una politica dei cambi coordinata, non vogliamo mettere pressione
alla Bce ma serve un approccio comune».

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi