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Questo articolo è stato pubblicato il 13 febbraio 2013 alle ore 14:13.

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Qualche mese fa il memorandum d'intesa firmato a New York per sancire l'impegno a cooperare strettamente per il nuovo gasdotto. E oggi il passaggio cruciale per il Tap (Trans Adriatic Pipeline) con la firma, ad Atene, dell'accordo intergovernativo tra il ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera, il ministro greco degli Affari esteri, Dimitris Avramopoulos e il collega albanese dell'Economia, del Commercio e dell'Energia, Edmond Haxhinasto.

«L'Italia ha tutta la migliore volontà politica di sostenere il gasdotto Tap», ha spiegato il ministro Passera che ha anche ricordato come le strutture per il trasporto del gas verso l'Europa non sono oggi ancora sufficienti «ma possiamo rafforzarle ulteriormente. Ci auguriamo dal profondo del cuore di poter andare avanti su questa strada». L'intesa sottoscritta oggi conferma quindi l'importanza strategica del progetto per i tre Paesi e getta le basi per la creazione di standard comuni che saranno definiti da un comitato ad hoc - relativi agli aspetti tecnici, di sicurezza, ambientali, sociali e di risorse umane - ma mette nero su bianco anche le basi giuridiche, legali e fiscali per la soluzione di eventuali dispute.

Il gasdotto, che dovrebbe portare il gas azero dal maxi-giacimento di Shah Deniz alle coste italiane, attraverso Grecia e Albania, vede in campo gli svizzeri di Axpo (l'ex Egl con il 42,5%), i norvegesi di Statoil (con un analogo pacchetto) e la tedesca E.On Ruhrgas con il 15%, ma sul dossier si registra anche l'attenzione dell'italiana Enel che sta valutando l'eventuale ingresso nel gasdotto ed è in contatto con il consorzio per capire le ricadute commerciali e industriali del progetto riconosciuto dall'Ue «di comune interesse» (decisione 1229/2003/EC) per il corridoio meridionale del gas.

Il progetto, va ricordato, è in corsa con Nabucco West - che farebbe passare il gas azero da Romania, Bulgaria e Ungheria per condurlo al terminale austriaco di Baumgarten - nella gara che vede come arbitro il consorzio di sfruttamento di Shah Deniz, cui spetta la scelta finale sulla via principale di trasporto del gas verso l'Europa. La decisione è attesa per giugno, ma non sono da escludere eventuali sorprese sulla deadline. Il gasdotto inizialmente trasporterà 10 miliardi di metri cubi di gas l'anno. Poi, con l'aumento della capacità, dovrebbe arrivare a raddoppiare la sua "potenza". Con evidenti benefici per l'Italia che punta a diversificare le fonti e a ridurre la dipendenza energetica da Russia e Nord Africa.

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