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Questo articolo è stato pubblicato il 14 febbraio 2013 alle ore 12:48.

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La nomina di un nuovo presidente per Ior, la banca vaticana, «è possibile nei prossimi giorni»: lo ha annunciato ieri padre Federico Lombardi, portavoce della Santa Sede. «Quando vi sia ve lo potrò dire con esattezza», ha detto il direttore della sala stampa vaticana, sottolineando che «il procedimento è in corso da tempo e non è stato interrotto per le dimissioni del Papa». Una precisazione importante, peraltro pienamente coerente con il quadro istituzionale che si è delineato dietro le Sacre Mura dopo l'improvvisa rinuncia di Papa Benedetto XVI.

La Commissione cardinalizia di vigilanza - organismo di vertice nella governance dello Ior - risulta infatti convocata per lunedì 18 febbraio: dunque prima del 28, quando inizierà nominalmente la Sede vacante. Solo allora il cardinale Tarcisio Bertone - segretario di Stato e fra l'altro presidente in carica dell'alta commissione Ior - decadrà formalmente da ogni ruolo, rimanendo al suo posto in via ordinaria come tutti gli altri responsabili di incarichi in Curia. Dalle ore 20 dell'ultimo giorno di febbraio, Bertone assumerà tuttavia il titolo di camerlengo, cioè di responsabile ultimo della Sede vacante: una posizione che promette di assumere pieno profilo sostanziale, a differenza di quanto accadde nel 2005.

Dopo la morte di Giovanni Paolo II, camerlengo era il cardinale spagnolo Eduardo Martinez Somalo, che si tenne tuttavia ai margini della Sede vacante: lasciando scena e azione al decano del Sacro Collegio, Joseph Ratzinger, poi eletto pontefice. Decano dei cardinali è oggi Angelo Sodano, predecessore di Bertone al vertice della Curia: ma il «segretario emerito» piemontese - nato come il Papa nel 1927 - non entrerà in conclave per limiti di età, così come il suo attuale sotto-decano, il francese Roger Etchegaray. E questo - ferme restando tutte le singolarità del diritto canonico applicato alla sede vacante - avrà sulla carta un impatto immediato già sulle congregazioni generali che dal 1° marzo condurranno la transizione. Secondo la costituzione apostolica in vigore per la Sede vacante, alle riunioni quotidiane dei cardinali, «presiede il decano o, nel caso sia egli assente o legittimamente impedito, il sottodecano. Che se uno dei due od ambedue non godessero più del diritto di eleggere il Pontefice, all'assemblea dei cardinali elettori presiederà il cardinale elettore più anziano, secondo l'ordine di precedenza». A Sodano subentrerà dunque il cardinale-veterano Giovan Battista Re.

È ancora presto per capire quale ruolo giocherà Bertone in questo quadro. Nel 1939, Eugenio Pacelli, segretario di Stato-camerlengo, fu eletto papa Pio XII con un rapido plebiscito. Nel 1978 il francese Jean Villot fu uno dei registi della mediazione su Albino Luciani: cardinale italiano, ma non di Curia. Nel conclave di ottobre, tuttavia anche il segretario-camerlengo fu travolto dalla rupture che bruciò i duellanti italiani Emilio Benelli e Giuseppe Siri e vide irrompere il 58enne Karol Wojtyla.

Nel delicatissimo febbraio 2013, il cardinale salesiano ha certamente dalla sua la regulation per sbloccare in extremis l'impasse allo Ior, che si prolunga dal 24 maggio dell'anno scorso: quando Ettore Gotti Tedeschi fu traumaticamente sfiduciato dagli altri quattro consiglieri. Questi furono tramiti dell'umore mutato del segretario di Stato, il quale ha peraltro sempre affermato di non aver mai interferito nell'attività del board guidato da Gotti. Le dimissioni di quest'ultimo, d'altro canto, non sono mai state ratificate dalla Commissione cardinalizia: dove a fianco di Bertone siedono, tra gli altri, il francese Jean Louis Tauran, un diplomatico curiale di lungo corso, giudicato "papabile"; e soprattutto Attilio Nicora, il giurista lombardo che ha guidato l'Amministrazione del patrimonio della Santa Sede e oggi è al vertice dell'Aif (la nuova authority finanziaria vaticana, creata per allineare la Santa Sede agli standard dell'antiriciclaggio Ocse).

È stato Nicora, in particolare, a porre negli ultimi anni l'esigenza di una gestione della finanze vaticane più compliant con le regole internazionali: e la presidenza Gotti si è ritrovata alla fine schiacciata dalla morsa Bertone-Nicora, uno degli snodi conflittuali centrali nella crisi emergente della governance vaticana. Un nodo che ora il segretario di Stato sarebbe intenzionato a sciogliere d'autorità: sostituendo Tauran e Nicora con altri due cardinali e procedendo velocemente a valle alla nomina di un nuovo presidente dell'Istituto. Secondo quanto filtra dalle mura leonine, il profilo individuato sarebbe quello di un banchiere non italiano: non verrebbe quindi promosso né il vicepresidente reggente, il tedesco Hermann Schmitz, e neppure un altro membro del consiglio (Carl Anderson, espressione del potente club cattolico americano «Cavalieri di Colombo»; o l'italiano Antonio Maria Marocco, presidente della Fondazione Crt, o lo spagnolo Manuel Soto Serrano, uno dei quattro vicepresidenti di Emilio Botìn al Banco Santander).

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