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Questo articolo è stato pubblicato il 15 febbraio 2013 alle ore 20:48.

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Come spesso accade quando un presidente della Repubblica "esterna" su temi della politica interna italiana nel corso di una trasferta all'estero, la censura di Giorgio Napolitano sui partiti che «dopo 13 mesi di sostegno al governo Monti» avanzano ora «giudizi liquidatori sulle sue scelte», e i giudizi sull'Italia portata «al collasso» dal governo Berlusconi dividono subito i leader dei vari schieramenti. Nelle file del centrodestra, soprattutto, si registra indignazione per lo smaccato "endorsment" del Quirinale per la "salita in campo" del Professore, mentre il Pd non si sente chiamato in causa e preferisce sottolineare il "senso dello Stato" del Colle.

Brunetta: Monti "mostro politico" creato dal Quirinale
Tra i primi a replicare alle parole di Napolitano, nelle fila del Pdl, l'ex ministro alla Pa Renato Brunetta: «Faccia attenzione, il presidente Napolitano, a non confondere i dati del problema italiano. È lui che ha creato il mostro del senatore non eletto, ma che fa politica attivamente; lui che ha nominato il presidente del Consiglio non politico, salvo poi trovarselo a capeggiare una lista e una coalizione; lui che non è riuscito, pur avendoci provato, a fermare questa degenerazione».

Cicchitto: «Deplorevoli» sono le parole di Napolitano
Sulla stessa linea anche un altro colonnello del Pdl, Fabrizio Cicchitto, che definisce «deplorevole» il fatto che Monti - «venendo meno alla parola data ed anche ad un impegno preso co Napolitano», sia «sceso/salito sul piano politico per di più attaccando pure Pd e Pdl che lo hanno realmente appoggiato durante l'anno di governo e - per quel che riguarda il Pdl - pagando anche dei prezzi altissimi in termini politici ed elettorali a causa dei disastrosi errori in politica economica che Monti ha commesso in tutto questo periodo». Insiste poi il vice capogruppo del Pdl alla Camera, Osvaldo Napoli: «La storia dell'Italia al collasso nel novembre 2011 dovrebbe essere archiviata come una delle piu' brutte pagine di masochismo nazionale. Aver utilizzato la speculazione internazionale contro il debito sovrano per detronizzare un governo legittimo e sostituirlo con un esecutivo guidato da un Quisling della finanza mondiale è qualcosa che dovrebbe frenare la lingua di chiunque, a cominciare dal capo dello Stato».

Ferrero (Prc): essessivo che Napolitano ora "sponsorizzi" Monti
A schierarsi contro Napolitano, questa volta, anche la sinistra alternativa al Pd. Il segretario di Rifondazione comunista, Paolo Ferrero, candidato di Rivoluzione civile, commenta che «Il Capo dello Stato, non contento di aver prodotto il governo Monti che ha fatto un disastro, adesso lo sponsorizza anche: francamente un fatto eccessivo e fuori dalla Costituzione. Ricordiamo che dopo la caduta di Berlusconi - che abbiamo festeggiato - noi sostenevamo la necessità di andare a elezioni e ridare la parola al popolo. Gli italiani non hanno visto nessun progresso in questi 14 mesi, anzi, al contrario hanno solo subìto i disastri delle politiche dei "tecnici" che hanno aggravato la crisi».

Il Pd mette l'accento sul «senso dello stato» del Colle
Di segno opposto i commenti che arrivano dal Pd, con Anna Finocchiaro che plaude al «senso dello stato» di Napolitano e la sua «grande serietà istituzionale», convinto che, «più di 14 mesi fa, fosse urgente e necessario un governo istituzionale per evitare che il paese precipitasse nel baratro finanziario». «Pdl e Lega non si sono accorti che l'Italia era al collasso?» Si chiede invece Vannino Chiti su Facebook, e conclude: «Certo, pensavano a Ruby, famosa nipote di Mubarak. Gli italiani se ne sono accorti. Meno male che Napolitano c'era». E Rosy Bindi rincara la dose: «Il Pdl dovrebbe ringraziare il presidente Napolitano che anche oggi, da Washington, ha reso un servizio all'Italia, usando il linguaggio della verità e dimostrando la serietà e l'affidabilità' delle istituzioni».

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