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Questo articolo è stato pubblicato il 17 febbraio 2013 alle ore 17:49.

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«Ancora sette giorni e lo smacchiamo il giaguaro (Silvio Berlusconi, ndr)». Ha esordito così Pier Luigi Bersani nel suo intervento in una Piazza Duomo gremita, a Milano, in occasione dell'incontro elettorale organizzato dal Partito democratico nel capoluogo lombardo. «Ci siamo stretti in un patto e lo abbiamo fatto davanti a 3 milioni e 200mila notai. Faccio appello al nostro popolo, il popolo delle primarie. Con loro abbiamo siglato la nostra coalizione», ha continuato Bersani. L'incontro elettorale del Pd a Milano in piazza Duomo è stato aperto dal sindaco Giuliano Pisapia. «Dopo avere liberato Milano liberiamo la Lombardia per costruire l'Italia che vogliamo», ha affermato. Sul palco sono saliti Bruno Tabacci, Nichi Vendola, Umberto Ambrosoli.

«L'Italia ce la farà, ma non con le favole»
«Chi aveva pensato che ci saremmo divisi non ha capito la forza dei progressisti italiani e chi si diverte a "sfrugugliare" nella nostra coalizione si riposi. Faccio una previsione - ha detto Bersani -: la nostra coalizione sarà stabile e coesa; le loro si sfalderanno. L'Italia ce la farà, ma non con le favole». Moralità e lavoro saranno le parole chiave della legislatura, nel caso di una vittoria del centrosinistra alle elezioni. «Questo 2013 - ha avvertito Bersani - sarà un anno difficilissimo, pesante: bisogna che entri in campo la politica». Il segretario del Pd ha poi ricordato il giorno della chiusura della campagna elettorale di Pisapia, quando in Piazza Duomo apparve - dopo la pioggia - un arcobaleno: «tireremo fuori dal buio la Lombardia e l'Italia e tra sette giorni un bel cielo colorerà quello della Lombardia e dell'Italia».

«La priorità: una lenzuolata di norme contro la corruzione»
Bersani ha assicurato che, se vincerà le elezioni, si occuperà in primo luogo di povertà e poi lavorerà a una «lenzuolata» contro la corruzione. «Al primo giorno a Palazzo Chigi - ha affermato dal palco di Piazza Duomo a Milano - io chiamerò la Caritas, l'Arci e i Comuni a far dire agli italiani che c'é un sacco di gente che non riesce a mangiare, e partiamo da lì». Durante il suo discorso, il segretario del Pd ha poi ribadito che tra le priorità ci sarà una «grande "lenzuolata" di norme contro la corruzione». «Perché é ora che si premino gli onesti, e non i furbi», ha detto.

L'intervento di Prodi (a sorpresa): votare uniti
Il fuori programma alla manifestazione è stato l'arrivo di Romano Prodi, accolto da applausi e grida del suo nome. L'ex premier ha rilasciato oggi un'intervista al Sole 24 Ore in cui propone un patto di legislatura con al centro il Pd. «Dopo 4 anni - ha detto - sono di nuovo salito su un palco perché oggi vale la pena. Sono venuto qui per ribadire l'importanza della sfida per l'Italia e per la Lombardia e per farvi l'invito a votare uniti. E poi torno al mio lavoro». «Ogni cittadino - ha continuato Prodi - deve capire che domenica prossima si gioca il nostro futuro e deve fare il possibile perchè l'Italia abbia un governo forte, onesto che nei prossimi cinque anni ci porti fuori dai guai».

Vendola assicura: sarò garanzia di stabilità e governabilità
Il governatore della Puglia ha assicurato: «Non sarò un elemento di disturbo» per il governo di centrosinistra «ma una garanzia di stabilità e governabilità». Prima di tenere il suo intervento, Vendola ha commentato su twitter la fotografia che lo ritrae assieme al segretario del Partito Democratico: «una coppia di fatto»?, ha chiesto con un po' di ironia.

Lombardia, Ambrosoli: regole stracciate con meticolosità
«Nel nostro presente le regole sono state stracciate con una tale meticolosità da permettere alla 'ndrangheta di mettere in debito con se stessa un soggetto che sedeva nella Giunta regionale», ha ricordato il candidato del centrosinistra alla presidenza della Regione Lombardia, Umberto Ambrosoli. «Vogliamo costruire il nostro futuro con i mattoni delle regole ma ci sono persone a cui le regole non interessano e che si vogliono appropriare del bene comune». Secondo Ambrosoli le regole «fanno parte di un patto sociale per permettere di proteggere i più deboli e dimostrare che i forti hanno capito il valore della solidarietà».

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