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Questo articolo è stato pubblicato il 20 febbraio 2013 alle ore 14:41.

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Centotrenta strutture convenzionate in Liguria, che comprendono 48 poliambulatori e 39 studi odontoiatrici. E poi 12 case di riposo gestite direttamente sul territorio e la possibilità di accedere alle 1.500 strutture convenzionate a livello nazionale. Sono i numeri che Legacoop mette sul piatto per la costituzione di una mutua ligure in ambito sanitario, sociosanitario e socioassistenziale, con lo scopo di mettere a punto un modello cooperativo-mutualistico in grado di organizzare servizi ed erogare prestazioni integrative e complementari al sistema sanitario nazionale.

Per centrare l'obiettivo è stato siglato un accordo tra Legacoop Liguria e Fimiv (Federazione italiana mutualità integrativa volontaria) e formata, ad hoc, l'Associazione per una mutua ligure, presieduta dal dirigente Fimiv Loredana Vergassola. Il progetto, presentato stamattina a Genova, vanta anche il patrocinio della Regione Liguria.
"A livello nazionale – spiega la Vergassola – la spesa sanitaria che i cittadini sostengono ogni anno, rivolgendosi a strutture private, ammonta a 30 miliardi. La Liguria rappresenta circa il 2,5% di questa spesa. Il nostro obiettivo è fare in modo che la popolazione ligure possa usufruire di servizi complementari privati a costi molto contenuti, attraverso l'adesione al nostro sistema mutualistico. Servizi che potranno comprendere pure un call center operativo anche fuori dai canonici orari in cui si può accedere ai servizi sanitari pubblici, e la possibilità di avere prestazioni di welfare, come l'assistenza domiciliare, anche con badanti o di partecipare a piani sanitari".

Lo statuto della mutua ligure è già pronto; sarà firmato il 15 marzo, davanti al notaio, dai soci fondatori che saranno cooperative sociali, mutue, grande distribuzione organizzata, assicurazioni e cooperative di abitazione. "Puntiamo – afferma Sandro Frega, vicepresidente Legacoop Liguria – a creare un meccanismo di rete a prezzi contenuti. Pensiamo di poter partire da un cifra di 20-25 euro l'anno per una famiglia, con consistenti riduzioni della somma da versare per adesioni di tipo collettivo. L'idea è di superare un welfare che al momento non assicura uguale capacità negoziale a tutti i cittadini e non garantisce continuità nell'erogazione delle coperture e dei livelli di tutela complementari al servizio pubblico nelle diverse fasi della vita di ciascuno, ma le limita alla durata del rapporto di lavoro".

La Liguria, insieme all'Emilia Romagna, farà da apripista al progetto mutua di Legacoop e Fimiv, che ha l'ambizione di allargarsi su tutto il territorio nazionale (esiste poi un altro esperimento analogo, chiamato "mutual help", limitato al Trentino Alto Adige).
L'idea di una mutua ligure, sostiene il vicepresidente e assessore alla salute della Regione Liguria, Claudio Montaldo, "può essere una buona soluzione, complementare al sistema sanitario pubblico. Ma non bisogna considerarla sostitutiva del sistema universalistico. E' utile, però, indirizzare forme di risparmio alla protezione sociale di se stessi". Secondo Montaldo "una forma di mutualità integrativa potrebbe essere anche un modo per ottenere alcuni risparmi. Si potrebbe partire da alcune prestazioni, molto qualificate e specialistiche, che fornisce solo il sistema sanitario e provare a vedere se sono possibili forme di compartecipazione".

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