Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 24 febbraio 2013 alle ore 08:19.

My24


L' attesa per le parole che Benedetto XVI pronuncerà oggi nel suo ultimo Angelus non è solo dei 150mila fedeli attesi a San Pietro, nonostante il maltempo. Anche nel Sacro Collegio c'è qualche apprensione, visto che nelle frasi papali finora ci sono state tra le righe le indicazioni dei criteri per scegliere il successore. Parole che arrivano dopo la nota della segreteria di Stato, in cui si denunciano presunti tentativi di condizionamento del Conclave, una bomba sganciata nei giorni in cui si parla del dossier su Vatileaks. Sta di fatto che da quando ha annunciato la sua rinuncia il Papa è stato chiaro e duro verso le gerarchie: basta al carrierismo e alla promozione personale dentro la Chiesa. Lo ha detto nell'omelia delle Ceneri, rimettendo tutto in discussione, e non è un caso che il cardinale Gianfranco Ravasi in conclusione degli esercizi spirituali ha parlato proprio di «carrierismi, divisioni e gelosie», parole apprezzate pubblicamente dal Papa. Insomma, per ora è questo il "punto uno" di qualsiasi programma papale.
Quali sono al momento gli elementi sul tappeto per la scelta del successore? Uno dei fattori determinanti dell'imminente conclave è rappresentato dall'agguerrito gruppetto dei cardinali americani che dopo una storia di sostanziale emarginazione e di recente infamia per i casi di pedofilia (vicende ancora aperte, come dimostrano le dure polemiche sull'ex presule di Los Angeles Roger Mahony) questa volta intende giocare un ruolo vero. Ma in Curia non tutti sono d'accordo, e stanno facendo i conti senza tenere conto del crescente peso della Chiesa in Usa. Manca ormai davvero poco al saluto di Ratzinger e all'avvio degli incontro tra cardinali – le Congregazioni generali – dove non solo saranno prese decisioni pratiche ma si inizierà a delineare la figura del futuro Pontefice. Per questi motivi i cardinali americani, guidati dalla superstar Timothy Dolan, arcivescovo di New York e presidente della Conferenza episcopale – oltre che uno dei candidati più forti per il Sacro Collegio, insieme ai connazionale Sean O'Malley di Boston e Donald Wuerl di Washington, e comunque grande elettore – premono per evitare l'anticipo rispetto al 15 marzo (su questo è d'accordo anche il cardinale di Parigi André Vingt-Trois, porporato francese di una certa influenza).
Ma Ratzinger sta indicando il suo successore? Le sue parole sono passate al microscopio, e delle indicazioni arrivano chiare. La questione quindi è come si muoveranno i grandi elettori "romani" nei prossimi giorni. I cardinali-chiave al momento sono pochi: Tarcisio Bertone (Camerlengo), Angelo Sodano (Decano, ma fuori del Conclave), Giovanni Battista Re ("Decano" dentro la Cappella Sistina), cui si aggiungono Mauro Piacenza che punta alla Segreteria di Stato e forse anche Camillo Ruini (fuori dal Conclave). E naturalmente Angelo Scola, che resta il papabile numero uno e per questo marcherà con distacco la distanza da eventuali trattative. Se Bertone e Sodano - cui fa riferimento il "partito diplomatico", dove molte forte è anche il francese di Curia Jean-Louis Tauran - alla fine stringeranno una alleanza potrebbero far convergere alla prima votazione – decisiva per capire l'andamento del Conclave, è sempre stato così - un pacchetto non trascurabile di consensi su un candidato non eccessivamente "caratterizzato", quasi certamente un europeo, sufficientemente giovane per non essere troppo di transizione, moderatamente ratzingeriano. L'altro punto su cui i curiali cercano di trovare un punto d'incontro è la ricerca di un'intesa segreta (che gli statunitensi e qualche europeo non vogliono) su un "ticket" Papa-Segretario di Stato, che a cascata potrebbe blindare una serie di nomine e posizioni chiave, a partire dal mantenimento di quelle appena fatte nella commissione dello Ior.
Gli americani – perlopiù conservatori – puntano su un extraeuropeo: punto di mediazione potrebbe essere il brasiliano Odilo Scherer, di San Paolo, gradito anche ad alcune frange italiane (Ruini) a cui viene opposto il canadese Marc Ouellet, ratzingeriano di ferro e appoggiato in particolare da Sodano e da altri cardinali di emanazione diretta papale. Ouellet al momento è considerato uno dei candidati più "forti".
Per gli europei quindi i nomi non-italiani restano per ora sostanzialmente due: l'austriaco Christoph Schönborn e l'ungherese Péter Erdo, visto che le chiese di Germania e Spagna al momento appaiono non in grado di esprimere un candidato, a parte forse il cardinale di Monaco, Reinhard Marx.
Mentre non si danno possibilità ai cardinali africani, in Asia due nomi hanno delle possibilità di attirare consensi al primo voto: il cardinale filippino Luis Antonio Tagle, superstar mediatica ma anche troppo giovane, e il cingalese Malcolm Ranjith, arcivescovo di Colombo.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Shopping24

Dai nostri archivi