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Questo articolo è stato pubblicato il 24 febbraio 2013 alle ore 08:19.
Li definiscono dati «scioccanti»: «Soltanto in un anno - scrive la Nezavisimaja Gazeta - il Paese perde più di quanto spende in dieci per fare strade, o più dell'intero budget della Difesa per il 2012». Più di quanto costeranno alla Russia le Olimpiadi invernali di Soci, le più care della storia. Ufficialmente il totale dei rubli usciti dalla Russia lo scorso anno è pari a 1.700 miliardi, 56,8 miliardi di dollari. Ma di questi, sono ben 49 i miliardi trasferiti all'estero illegalmente, ha denunciato in un'intervista a Vedomosti il presidente della Banca centrale russa, Serghej Ignatjev. Il quale ha aggiunto: più della metà di questa somma - che corrisponde al 2,5% del Pil russo - sembra essere sotto il controllo di società direttamente o indirettamente legate tra loro dai pagamenti, «un unico gruppo ben organizzato di persone».
Tra quei soldi, ha detto Ignatjev senza però fare nomi, ci sono le tangenti pagate a manager e ufficiali pubblici, proventi del narcotraffico, denaro sottratto al fisco. La Banca centrale russa attribuisce 14 miliardi di dollari a commerci illegali, 35 a trasferimenti sospetti di capitali.
Cifre «altamente esagerate», sentenzia il portavoce di Putin Dmitrij Peskov. È invece «riciclaggio di Stato» secondo William Browder, il padre di un fondo di investimento, Hermitage Capital, andato allo scontro con il Cremlino per le denunce di corruzione indirizzate alle grandi compagnie pubbliche. Browder non è il solo a puntare il dito contro il "capitalismo all'ombra del Cremlino", i cui protagonisti sono gli imprenditori e i funzionari pubblici della cerchia più stretta consolidata attorno a Vladimir Putin. «Penso - è arrivato a dire Ignatjev che lascerà a giugno la guida di Bank Rossii - che unendo gli sforzi delle autorità giudiziarie sarebbe possibile individuare queste persone, e i beneficiari delle operazioni».
Argomento che Ignatjev non ha ripreso nella testimonianza resa lo stesso giorno dell'intervista al Consiglio della Federazione, Camera alta del Parlamento russo. Al quotidiano Vedomosti - pubblicato insieme dagli editori di Financial Times, Wall Street Journal e Moscow Times - il governatore aveva però detto che contro la fuga illegale sarebbe opportuno un intervento dei legislatori per rendere più rigide le norme sulla creazione di società e consentire alle banche di chiudere i conti attraverso cui passano transazioni sospette. Fra le tante forme che i capitali in fuga possono assumere, Ignatjev ha definito «la disgrazia della nostra economia» quelle che i russi chiamano "odnodnevki" - società di copertura create "per un giorno", il tempo di commettere frodi e poi svanire.