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Questo articolo è stato pubblicato il 25 febbraio 2013 alle ore 11:26.

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Si fa chiamare «rivoluzione bianca». Si muove in rete e avanza attraverso internet con la sua «disobbedienza civica ironica». È una forma, tanto bizzarra quanto inedita, di opposizione al Governo e alle nuove regole fiscali che sta prendendo forza in Portogallo.
Si basa su un'idea semplice e al limite della legalità. Decine e decine di cittadini in tutto il Paese hanno concordato di inserire nelle fatture che vanno a pagare sempre lo stesso numero di identificazione fiscale.

Il bacalhau al ristorante, la spesa al supermercato, quando comprano un abito o concludono l'acquisto di una lavatrice. Sempre lo stesso numero di identificazione. E non quello assegnato per legge dal ministero delle Finanze a ogni portoghese. Sempre lo stesso numero e non uno a caso. Ma quello proprio del premier conservatore Pedro Passos Coelho. Trafugato non si sa come e passato di mano in mano, attraverso messaggi sui cellulari, email e ogni possibile network.

Il primo obiettivo che la «rivoluzione bianca» si pone è quello di mandare in tilt il nuovo sistema di controlli fiscali che impone da gennaio a ogni cittadino di chiedere ai negozianti la ricevuta per ogni acquisto, e che minaccia una multa di duemila euro per chiunque venga beccato senza uno scontrino che comprovi la spesa appena effettuata.

Ma in un Paese in piena recessione, salvato solo dal prestito dell'Europa, con la disoccupazione al 17%, la «disobbedienza civica ironica» ha anche un altro fine, più in alto. Vuole mandare le ispezioni della finanza a casa di Passos Coelho, vuole mettere il premier di fronte a mille e mille ricevute che risultano pagate da lui stesso, obbligarlo a giustificarsi a cercare una via d'uscita. Rinuncia a qualche sgravio sulle tasse e aspetta per vedere l'effetto che fa.

Sì, perché il nuovo sistema di controlli del fisco, una sorta di redditometro, incrocia in modo automatico le spese con il reddito a disposizione e in caso di anomalie fa scattare gli ispettori.
Quelli della rivoluzione bianca sanno bene che la nuova normativa impone di compilare la ricevuta con nome e cognome solo per gli acquisti che superano i mille euro. E che sotto questa cifra non servono documenti di identità, è sufficiente inserire il codice di identificazione fiscale. Un numero individuale, che dovrebbe essere noto solo al titolare. Ma che nel caso di Passo Coelho più che un segreto è ormai uno scherzo.

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