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Questo articolo è stato pubblicato il 25 febbraio 2013 alle ore 14:01.

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Confindustria ha presentato alle forze politiche la propria agenda economica «sperando che la prossima legislatura duri fino al 2018». È un'esigenza di stabilità quella che ha espresso il presidente della Confederazione, Giorgio Squinzi, parlando a Milano a margine dell'assemblea di Ceced (i produttori di elettrodomestici). Nessuna parola sull'esito delle elezioni: «Vedremo dai risultati».

«Nessuna sorpresa» per i dati Unimpresa sulla pressione fiscale
Squinzi è tornato il problema delle tasse e dell'alta pressione fiscale, commentando i dati diffusi dal Centro studi di Unimpresa secondo cui tre azienda su cinque chiedono prestiti per pagare le imposte, in particolare Imu e Irap: «non c'è nessuna sorpresa. Lo stiamo dicendo da tempo che le imprese stanno morendo di fisco e pian piano se ne stanno accorgendo tutti. È la situazione reale».

Il no di M5s al confronto sul memorandum Confindustria
Non ci sono solo l'Imu e l'Irap, «che sono in aggiunta». Il problema è che «quando il carico fiscale complessivo supera il 60% una tassa vale l'altra. Sono soldi in meno - ha concluso Squinzi - sottratti alla capacità delle imprese di investire». «Siamo stati colpiti dal sostegno ricevuto dalle forze politiche al nostro memorandum, anche di quelle che non pensavamo», ha detto Squinzi, raccontando che Confindustria si è confrontata con tutti, ma sono mancati all'appello i rappresentanti del Movimento 5 stelle: «invitati, non si è presentato nessuno».

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