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Questo articolo è stato pubblicato il 26 febbraio 2013 alle ore 06:39.

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CITTÀ DEL VATICANO
Il Conclave inizierà in anticipo rispetto al 15 marzo, data prevista dall'attuale normativa. Il Papa ha firmato il Motu Proprio con il quale «viene concessa ai cardinali la facoltà di anticipare l'inizio del Conclave se sono presenti tutti i cardinali come pure resta la facoltà di prolungare fino a venti giorni» questo lasso di tempo prima di aprire il voto, ha spiegato il vice camerlengo, Pier Luigi Celata, in un briefing tenuto insieme al portavoce padre Lombardi. «Il Papa non ha imposto un tempo più breve: i cardinali possono aver bisogno di più tempo per discutere. È solo una facoltà nuova per tutto il collegio, non solo gli elettori. C'è una grande misura pastorale e giuridica in questo», ha aggiunto il prelato.
Nel testo si legge che pur confermando i 15 giorni dall'avvio della sede vacante - in questo caso il 28 febbraio - si lascia «al collegio dei cardinali la facoltà di anticipare l'inizio del Conclave se consta della presenza di tutti i cardinale elettori».
La questione dell'anticipo del Conclave rispetto alla scadenza prevista dalla costituzione Universi Dominici Gregis si è posta poco dopo la rinuncia del Papa. Infatti, non essendoci delle esequie da celebrare e visti i tempi lunghi dall'annuncio all'avvio della sede vacante, dalla Curia si è evidenziata l'opportunità di procedere in tempi più stretti per il Conclave, anche se non tutti sembrano d'accordo: tre cardinali non italiani - Dolan di New York, George di Chicago e Vingt-Trois di Parigi - hanno già detto che non ritengono si debba accelerare. La data sarà fissata dalla Congregazione generale dei cardinali - presieduta dal Decano, Angelo Sodano - che alla fine di questa settimana o più probabilmente all'inizio della prossima deciderà a maggioranza la data. Tra le ipotesi più accreditate l'8 o il 10 marzo.
Altre modifiche di portata minore sono state apportate dal Papa alle norme sul Conclave: è stata riaffermata la maggioranza dei due terzi per l'elezione e si è precisato che in caso di ballottaggio i due "candidati" non possono votare. In caso di violazione del segreto di quanto accade dentro la Cappella Sistina o nelle Congregazioni scatterebbe la scomunica "latae sententiae", ma non per i cardinali, per i quali non sono previste sanzioni.
Intanto prosegue l'attività della Santa Sede in vista dell'uscita del Papa, che peraltro ieri ha ricevuto in udienza privata Gianni Letta. Domani è in calendario l'ultima udienza generale, in Piazza San Pietro: le stime attuali indicano per il momento un'affluenza di 200mila fedeli. Giovedì mattina - ultimo giorno del pontificato - Benedetto XVI nella sala Clementina saluterà personalmente tutti i cardinali presenti a Roma: la previsione è che tutti gli "elettori" (per ora stimati 115) arrivino a Roma nelle prossime ore.
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