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Questo articolo è stato pubblicato il 27 febbraio 2013 alle ore 07:08.
Grande folla e Vaticano blindato. Sono attese oltre 200mila persone per l'ultima udienza generale di Benedetto XVI. Per salutare il Papa "dimissionario" si contano il doppio dei fedeli registrati per l'Angelus di domenica scorsa. All'ultima udienza parteciperanno alcuni capi di Stato e personalità mondiali: in questa occasione sarà proibito anche l'ultimo baciamano al Pontefice.
Tra le partecipazioni in Vaticano, è prevista anche quella del segretario di Stato americano, John Kerry, già a Roma per una visita ufficiale in Europa sulle questioni della crisi siriana e quella israelo-palestinese. Per l'occasione il vicariato di Roma chiuderà, e tutte le parrocchie della capitale sono state invitate a portare le persone in piazza per fare sentire il loro affetto al pontefice. Il cardinale Agostino Vallini, in una lettera aperta ai fedeli della diocesi di Roma, ha esortato «tutti a partecipare numerosi a questo significativo momento di vita della chiesa e della nostra diocesi per manifestare ancora una volta il nostro affetto e la nostra devozione al Santo Padre e per pregare con lui e per lui il Signore Gesù, pastore eterno della chiesa». Per l'ingresso in piazza San Pietro non è previsto alcun biglietto, proprio al fine di favorire la più ampia partecipazione possibile».
Missione sicurezza
Per garantire la sicurezza sono in campo quasi 2mila uomini tra e agenti e volontari, che occuperanno i punti strategici in prossimità della piazza. Ci saranno i cecchini sui tetti e la bonifica dei tombini in prossimità di San Pietro e in tutta la zona intorno al Vaticano è stata garantita. Il Comitato per la sicurezza al Viminale ha concordato «sulla necessità di intensificare le attività di controllo e di vigilanza a tutti gli obiettivi ritenuti sensibili, assicurando la presenza di personale delle forze di polizia nelle aree maggiormente interessate». Aumentata, quindi, anche la presenza di metal detector e, per quello che riguarda l'accoglienza dei fedeli sono stati allestiti bagni chimici intorno alla piazza. Il piano di protezione sanitaria del 118, infatti, già utilizzato per l'ultimo Angelus, prevede la presenza di un'auto medica, sei ambulanze e una tenda medicalizzata.
Trasporti
Sarà nuovamente potenziato anche il trasporto pubblico locale. Sulla falsariga di quanto fatto domenica, ci saranno navette tra la stazione Termini e San Pietro, oltre al rafforzamento delle linee bus 64 e 40. Inoltre, e questa è una novità, saranno in servizio 5 treni in più lungo la metro a.
L'agenda
Domani l'udienza e poi giovedì 28 l'ultimo giorno da Papa. La gente vedrà per l'ultima volta Benedetto XVI, almeno nella sua veste di Papa, giovedì alle 17.30 quando si affaccerà dalla loggia del palazzo di Castel Gandolfo per salutare i fedeli nella piazza antistante. Poi si chiuderà la finestra e il Papa si ritirerà per una vita isolata nella preghiera. Il segno pubblico, visibile, della fine del pontificato sarà legato alla Guardia Svizzera. Alle ore 20 del 28 febbraio si chiuderà il portone del Palazzo di Castel Gandolfo e gli "svizzeri" lasceranno la guardia: da quel momento in poi loro punto di riferimento sarà il Collegio dei cardinali. Fino a quando non ci sarà il nuovo Papa.
Verso il conclave
La stessa macchina per la sicurezza verrà replicata l'1 marzo, data in cui dovrebbero iniziare le riunioni per decidere la data di inizio del conclave, che probabilmente sarà fissata intorno al 10 marzo.
Benedetto XVI papa «emerito»
Benedetto XVI si chiamerà "Papa emerito" o "Romano Pontefice Emerito" e chiunque continuerà ad avere a che fare con lui potrà continuare a chiamarlo "Sua Santità Benedetto XVI". Vestirà la talare bianca ma quella semplice, senza mantellina. Sfilerà dalla mano l'anello del pescatore e tornerà a indossare quello vescovile. Il Papa sta vivendo gli ultimi giorni del pontificato e cominciano a delinearsi significativi dettagli sulla sua vita futura. Il titolo, la veste, tutti elementi che hanno anche un valore simbolico e che fino a qualche giorno fa erano difficili anche da immaginare vista la situazione inedita, almeno da secoli, conseguente alle sue dimissioni.
È stato lui ad indicare come dovrà essere chiamato. «Lui ha detto: desidero chiamarmi cosi», ha riferito padre Federico Lombardi. Non sembra esserci dunque anche il titolo di vescovo emerito di Roma, come invece si diceva i primi giorni, dopo l'annuncio della rinuncia. Il Papa non tornerà nemmeno alla talare nera, che pure da cardinale amava indossare spesso al posto di quella porpora: resterà con quella bianca ma più "semplice". Lascerà anche le scarpe rosse. «Il Papa aveva molto gradito il dono delle scarpe realizzate per lui dagli artigiani di Leon in Messico e continuerà ad utilizzarle», ha riferito Lombardi nel briefing con la stampa.
I bagagli del papa
Tra i bagagli del Papa non ci saranno i documenti legati al pontificato e al governo della Chiesa e neanche quelli del periodo in cui era prefetto della Congregazione della dottrina per la fede. Solo gli appunti di carattere più personale «lo seguiranno nella nuova residenza», dice il portavoce della sala stampa della Santa Sede. Gli altri andranno «agli archivi competenti».
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