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Questo articolo è stato pubblicato il 27 febbraio 2013 alle ore 06:40.

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I Sacri Palazzi sciolgono i dubbi canonici su come dovrà essere chiamato Joseph Ratzinger dopo le ore 20 di domani, 28 febbraio, momento di inizio della sede vacante: «Continuerà a chiamarsi Sua Santità Benedetto XVI, e sarà Papa emerito o Romano Pontefice emerito» ha reso noto il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi. Inoltre si continuerà a vestire con la talare bianca semplice, quindi la tonaca ma senza la mantellina rossa o la "mozzetta" o altre vesti tipiche del Papa, mentre abbandonerà le scarpe rosse per optare per calzature marroni (in particolare quelle regalate dai calzolai messicani di Leon lo scorso anno). Benedetto XVI non userà più l'anello del pescatore, legato al ministero pontificio, ma un altro anello, così come il sigillo di piombo, che, secondo le norme vigenti, devono essere annullati a fine pontificato, e questo avverrà a cura del Camerlengo - cardinale Tarcisio Bertone - la sera stessa o più probabilmente la mattina del primo marzo.

Il Papa lascerà il Vaticano alle 17 di domani in elicottero e andrà a Castel Gandolfo, dove rimarrà per due mesi, prima di tornare dentro le mura per andare nel monastero Mater Ecclesiae, in via di ristrutturazione. Ma c'è un momento in cui sarà in qualche modo rappresentato la fine del pontificato: alle 20 la Guardia Svizzera che è di sentinella all'ingresso della residenza di Castel Gandolfo terminerà il suo servizio di guardia alla porta del palazzo e se ne andrà. La Gendarmeria proseguirà il suo servizio di vigilanza e quindi la sicurezza del Santo Padre sarà comunque garantita. Quello che termina è il «servizio pubblico» garantito al Papa dalle Guardie svizzere. Il Vaticano, dopo l'addio di Papa Benedetto XVI, sarà governato dal collegio dei cardinali, quindi è a loro che farà riferimento la guardia svizzera.

Ieri si è inoltre appreso che le congregazioni dei cardinali che precedono il Conclave - assemblee plenarie dei porporati durante le quali si discutono i temi principali sul tappeto per la Chiesa - inizieranno non prima di lunedì 4 marzo. Il decano del collegio cardinalizio, Angelo Sodano, invierà le convocazioni il primo giorno della Sede apostolica vacante, il primo marzo, e non prima. I cardinali inoltre «non abiteranno alla domus Santa Marta (dentro il Vaticano, ndr.) fino alla vigilia del Conclave. Adesso ci sono lavori di riadattamento delle stanze, poi le stanze dei cardinali vengono sorteggiate durante le Congregazioni» ha detto Lombardi. Quindi i porporati non residenti a Roma alloggeranno nel frattempo in case di religiosi o residenze di connazionali, avendo quindi piena libertà di movimento. Dentro Santa Marta - così come nella Cappella Sistina - tra breve inizieranno anche i lavori di bonifica ambientale - come accaduto anche nel 2005 - per verificare l'esistenza di cimici o microtelecamere.

Intanto oggi si terrà in piazza San Pietro l'ultima udienza pubblica del Papa, dove per il momento sono prenotate 50mila persone, anche se il Vaticano ne attende molte di più. Dopodichè andrà nella Sala Clementina per salutare alcune autorità in visita, già in calendario. Ma l'evento molto atteso è quello di domani mattina, quando sempre dentro il palazzo incontrerà ad uno ad uno per qualche attimo i cardinali presenti a Roma, sia elettori che ultraottantenni, ed è previsto che siano molti, visto che già un numero consistente è arrivato proprio per partecipare a questa cerimonia (che il Vaticano ha deciso di trasmettere in diretta attraverso il Ctv).

I cardinali elettori da oggi sono 117 (l'ucraino Husar ha compiuto ieri 80 anni), ma è già noto che dentro la Sistina al momento entrino in 115, vista la rinuncia dello scozzese O'Brien a causa dello scandalo sugli abusi sessuali e dell'indonesiano Darmaatmadja impedito per motivi di salute. Quindi il quorum per eleggere il nuovo pontefice si è abbassato a «quota 77».

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