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Questo articolo è stato pubblicato il 27 febbraio 2013 alle ore 06:40.
Gli incontri "riservati" inzieranno non prima di sabato, avvio della «sede vacante». I cardinali elettori stanno arrivando alla spicciolata, ma per domani è previsto che siano quasi tutti a salutare Benedetto XVI nella Sala Clementina. Ieri è arrivato il peruviano Thorne, autorevole membro dell'Opus Dei (della prelatura fa parte anche Julian Herranz, il potente capo della commissione inquirente su Vatileaks, che però non vota), mentre gli americani sono praticamente tutti nella capitale. La particolarità di questo Conclave è che da quindici giorni il calendario è noto a tutti i porporati che quindi hanno avuto il tempo non solo per anticipare l'arrivo, ma anche per studiare il dossier-Conclave.
I cardinali non di Curia (a parte gli italiani, che hanno dinamiche tutte loro) in queste ore stanno prendendo alloggio in residenze di riferimento, perlopiù case di congregazioni religiose o in quelle di provenienza nazionale, come gli statunitensi nel North American College, su Gianicolo, o altri al Pontificio Collegio Maria Mater Ecclesiae, sull'Aurelia, o i sudamericani nel Pontificio Collegio Latino Americano. Residenze confortevoli, ben protette da mura perimetrali, fuori mano o lontane dal traffico (e dai tanti occhi) delle vie attorno a Porta Sant'Anna. In queste sedi inizieranno nel fine settimana gli incontri informali di scambio di idee, opinioni, impressioni, si formuleranno proposte e istanze, che con ogni probabilità troveranno spazio nel foro ufficiale delle Congregazioni generali, assemblee plenarie che si riuniranno sotto la guida esperta (e influente) del Decano, Angelo Sodano, che con il Camerlengo, Tarcisio Bertone, condivide la guida della sede vacante (tra i due è nota una rivalità storica, tanto che saluteranno domani il Papa prima della partenza in due posti diversi, a cento metri di distanza). La prossima settimana sarà decisa la data del Conclave - la forchetta potrebbe essere tra l'8 e l'11 febbraio - ma nelle riunioni, al centro delle discussioni, ci sarà sullo sfondo la figura del nuovo pontefice, vista l'assenza di un candidato forte e condiviso più di tutti gli altri, come lo fu Ratzinger nel 2005. Ecco allora che gli incontri informali, prima della blindatura dentro Santa Marta insieme agli altri, diventano essenziali per distillare un identikit, che al momento sembrerebbe orientarsi verso un cardinale relativamente giovane, di "marca" europea, accettato dal blocco che elesse Benedetto ma ben visto anche dalla Chiesa del Sud del mondo.
Le consultazioni al riparo da occhi indiscreti partiranno nel fine settimana: più difficile farlo senza dare nell'occhio sarà per i cardinali di Curia, che devono passare per i controlli delle porte carraie.