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Questo articolo è stato pubblicato il 27 febbraio 2013 alle ore 13:55.

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Abdullah Ocalan, il leader in carcere dal 1999 del Pkk, il Partito del lavoratori del Kurdistan, conosciuto per essere stato ospitato per un breve periodo anche in Italia durante il governo D'Alema, ha pronto un piano per il cessate il fuoco da parte dei ribelli curdi e il loro ritiro dal territorio turco, in occasione della festa di Nevruz, il capodanno curdo che cade il prossimo 21 marzo, come primo passo decisivo di un piano di pace eleborato in quattro punti che prevede il ritiro dei guerriglieri dal territorio turco ad agosto. Lo scrive la stampa turca oggi.

Secondo queste fonti Ocalan avrebbe consegnato delle lettere ai deputati del partito filocurdo Bdp, che siede in Parlamento, i cui rappresentanti lo hanno recentemente visitato nella prigione-bunker sull'isola di Imrali, chiedendo una risposta entro dieci giorni. Le lettere, indirizzate al Bdp, al Pkk e all'ala europea del Pkk, contengono i dettagli di una road map per la pace che verrà resa pubblica solo dopo che il leader curdo avrà trovato un'intesa con i suoi seguaci.

Sebbene sia filtrato ancora poco sul contenuto reale delle trattative in corso fra Ocalan e il capo dei servizi segreti del Mit, Hakan Fidan, uomo fidato del permier Erdogan, sembra che questa sia la volta buona per una svolta positiva per una soluzione sulla spinosa questione curda.
Le aspettative, in Turchia e all'estero, sono molto forti. Erdogan si è detto più volte determinato ad arrivare a un accordo che ponga fine a un conflitto che in 30 anni ha provocato 35mila morti ed è costato 400 miliardi di dollari tolti allo sviluppo del Paese. Il vicepremier turco Bulent Arinc ha detto recentemente che non c'è una soluzione militare. «Se potesse essere risolto con i fucili e le bombe, lo sarebbe stato negli anni 1990».

Nell'ambito del cosidetto piano "Ocalan", è previsto un invito del leader al cessate il fuoco su iniziativa del Pkk, perché senza tregua non è possibile attuare i passi successivi, scrive la stampa turca. In un secondo momento, il Pkk annuncerà il ritiro dei suoi 4mila combattenti in Turchia (tra cui molte donne) dal territorio del Paese sul Bosforo. Ritiro che comincerà solo dopo che Ankara garantirà che non attaccherà a sua volta i guerriglieri del Pkk che si rifugiano sulle montagne del Nord Irak. La tregua dovrebbe cominciare a Nevruz, il ritiro ad agosto.

Le cifre del conflitto. Secondo uno studio della Commissione Terrorismo del Parlamento turco sono 35.566 le vittime di 30 anni di conflitto tra autorità turche e militanti curdi del Pkk. Lo studio parla di ottomila uomini dello Stato, in gran parte soldati, e 5.500 civili che hanno perso la vita nello scontro. Le vittime restanti sono tutte membri del Pkk. Dallo studio, pubblicato dal sito del quotidiano Zaman, di orinetamento filo-governativo, risulta che il conflitto ha costretto 386mila persone a lasciare la loro casa, soprattutto nel sud-est del Paese, e a emigrare nella Turchia occidentale o in Europa.
Il rapporto della commissione parlamentare invita quindi ad approfittare di ogni possibilità di risolvere la questione curda, come quella aperta di recente da un negoziato tra il governo di Ankara e il leader del Pkk, Abdullah Ocalan. I deputati respingono invece ogni ipotesi di soluzione del conflitto con il Pkk che preveda solo la via militare.

Un nobel per Erdogan. Dopo il Nobel per la Pace andato nel 2009 a Barak Obama per la spinta che avrebbe dovuto dare ad una soluzione della crisi mediorientale quello per il 2013 potrebbe andare al premier islamico turco Recep Tayyip Erdogan se riuscirà a trovare una uscita politica al conflitto curdo.
A ventilare questa ipotesi è stato il segretario generale del Consiglio d'Europa, presidente del Comitato Nobel quando il Premio venne assegnato a Obama, il norvegese Thorbjiorn Jagland.
Se avranno successo le trattative avviate da Natale da Ankara con il leader storico dei separatisti del Pkk Abdullah Ocalan, il premier turco sarà un candidato serio al Nobel, ha detto Jagland a Milliyet. Stoccolma ha gìà premiato in passato con un Nobel per la letteratura un altro cittadino turco, lo scrittore Orhan Pamuk.

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