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Questo articolo è stato pubblicato il 27 febbraio 2013 alle ore 14:45.

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La si può chiamare autonomia programmatica o alleanza di programma. O ancora, come ha fatto il presidente della Regione siciliana Rosario Crocetta, "convergenze parallele", con un riferimento chiaro alla storia del nostro paese e a liturgie politiche che risalgono a quando gran parte dei 15 deputati grillini non era nemmeno nato. Nella sostanza si traduce nel votare all'assemblea regionale quei provvedimenti che sono in linea o coerenti con il programma del Movimento 5 stelle. Da qualsiasi parte essi vengano e dunque non solo i provvedimenti proposti dal governo guidato da Rosario Crocetta. Il modello Sicilia, spiegato da uno dei 15 deputati regionali del Movimento 5 Stelle, sta tutto qui: nell'interpretazione autentica del ruolo del Parlamento in cui i cosiddetto grillini "fanno valere le idee dei cittadini" spiega il deputato Matteo Mangiacavallo. E non si tratta affatto di cose irrilevanti visto che in più di una occasione il governatore siciliano, che non ha la maggioranza nel'Assemblea regionale, ha detto pubblicamente di sposare appieno le idee del Movimento 5 Stelle e in effetti ci sono parecchi punti di contatto che poi hanno trovato riscontro in leggi approvate dai 90 deputati dell'Assemblea regionale: l'istituzione di un fondo per le microimprese con i proventi delle indennità di deputato cui hanno rinunciato i grillini alle norme sulla gestione delle risorse idriche. E su alcuni punti hanno messo spalle al muro il governo di centrosinistra richiamandolo alla coerenza e alla "responsabilità". Come nel caso delle decisioni da prendere sul Muos, l'impianto radar strategico americano che doveva sorgere a Niscemi, contro cui si è espresso il parlamento regionale con una mozione: di fronte a quelli che i grillini consideravano ritardi ingiustificati da parte del governo Crocetta hanno fatto mancare per ben tre volte il numero legale nelle sedute per la votazione del Documento di programmazione economica e finanziaria. Fino a quando il governo, tramite l'assessorato regionale all'Ambiente, non ha deciso di stoppare la costruzione dell'impianto. Fatti, dicono i deputati grillini, e non parole: ai fatti risponde la rotazione dei dipendenti regionali in applicazione delle norme anticorruzione. Fatti e nessun accordo di programma né tantomeno poltrone che ha spiegato Giancarlo Cancelleri che è stato candidato alla presidenza della regione per il Movimento e ogg è capogruppo all'Assemblea regionale. "Quando ci troviamo a guardare le norme dalla parte dei cittadini - spiega Mangiacavallo - e vediamo che su proposte di legge che sono buone per i cittadini vi sono veti strumentali e ideologici non possiamo fare a meno di manifestare il nostro fastidio". Vanno superate le logiche di mielina politica per dare risposte concrete ai cittadini, dice in pratica questo giovane deputato regionale, che spiega: "Oggi si ragiona in termini di maggioranza e opposizione ma si tratta di vecchi schemi in cui noi non ci ritroviamo. Noi siamo minoranza propositiva: analizziamo i provvedimenti legislativi e se sono coerenti con la nostra visione e i nostri programmi li votiamo altrimenti cerchiamo di migliorarli in coerenza con il nostro punto di vista". In tre mesi di presenza all'Assemblea regionale ciò è accaduto diverse volte ed è avvenuto: "Abbiamo votato anche una mozione presentata dal Centrodestra: l'abolizione dell'Arsea, un ente inutile a livello regionale". Ma questo voto appare più un'eccezione che altro.

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