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Questo articolo è stato pubblicato il 28 febbraio 2013 alle ore 08:40.

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Il principio cardine è scolpito nella Costituzione: quando in una democrazia matura, se pur con problemi non indifferenti come la nostra, gli elettori si esprimono con il voto, ogni scelta merita rispetto. Commenti, giudizi, critiche certamente sì, ma il dileggio e il disprezzo no. Ha fatto dunque molto bene ieri il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano a respingere con nettezza le affermazioni di Peer Steinbrück, candidato cancelliere della Spd, che aveva liquidato con uno sprezzante commento l'esito del voto in Italia (hanno vinto Beppe Grillo e Silvio Berlusconi, due clown).

Per chi, come il presidente della Repubblica, interpreta con assoluta coerenza e fedeltà alla Costituzione il mandato di garante dell'unità nazionale, riaffermare tale principio equivale, come lui stesso ha precisato, a difendere la dignità nazionale. Ecco il punto fondamentale, che Napolitano ha certamente ribadito nella successiva «telefonata di chiarimento» dello stesso Steinbrük.

Il responso delle urne, in Italia come in ogni altro paese democratico, non può essere oggetto di giudizi così sommari, liquidatori e offensivi. Senza il doveroso rispetto delle scelte compiute dal popolo sovrano, le critiche non possono che essere respinte al mittente.

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