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Questo articolo è stato pubblicato il 02 marzo 2013 alle ore 15:23.
I partiti devono rinunciare al finanziamento pubblico e destinarlo, per esempio, alle case popolari. Matteo Renzi lo ha detto questa mattina a Firenze, parlando ad un convegno del Sunia, come segnala un servizio del TgR Toscana. «Se la politica ha capito la lezione leva il finanziamento pubblico ai partiti e lo mette nelle case popolari, a disposizioni di chi è più in difficoltà. Il mio partito, il Pd, prende 45 milioni di euro di rimborsi elettorali, il M5S ne piglia 43, Berlusconi ne prenderà 44. Sono numeri grandissimi, fate il conto». Renzi ha detto che il Comune di Firenze con 1,5 milioni recupera 80 appartamenti e dà risposta a 80 famiglie. «Se i partiti rinunciassero al finanziamento pubblico e li mettessero in un fondo per l'edilizia pubblica, per le dieci principali città italiane, si darebbe risposta a migliaia di famiglie che in questo momento sono fuori di casa».
Siamo stanchi di baratti, discussioni e compravendite
«Siamo un po' stanchi della discussione di politica nazionale, 'ti do la presidenza della Camera, tu mi dai la presidenza del Senato, io ti do questo': una sorta di compro-baratto-vendo che non serve a niente, anzi», ha detto il sindaco di Firenze, che ha partecipato oggi a un convegno del sindacato Sunia sulle autogestioni. «Venire alle iniziative come questa sulle case popolari, sull'edilizia pubblica, credo - ha aggiunto Renzi - che serva per lanciare un grido d'allarme».
Campanello d'allarme: la gente si è rotta le scatole
«Non si è capito fino in fondo che il segnale arrivato dai cittadini, al di là delle percentuali, è un segnale molto forte: non è un segnale che tutti siamo diventati chissà cosa, ma che la gente si è parecchio rotta le scatole», ha detto Matteo Renzi. «Questo segnale di stanchezza verso la classe politica - ha aggiunto Renzi - va preso come un campanello d'allarme».
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