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Questo articolo è stato pubblicato il 03 marzo 2013 alle ore 18:04.

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L'iniziativa Minder contro le maxi remunerazioni è passata largamente nel voto popolare. Così la Svizzera, uno dei Paesi con il reddito pro capite più alto, mette un freno ai mega stipendi dei top manager. Le due cose – la ricchezza diffusa e il no ai maxi bonus - possono in effetti apparire in netta contraddizione. Ma se si guarda a ciò che è accaduto negli ultimi dieci anni nella Confederazione, la tendenza diventa più chiara.

All'inizio degli Duemila la Svizzera è stata colpita dal fallimento della blasonata Swissair ed il clamore per quella caduta si è allargato alle maxi retribuzioni di alcuni top manager della linea aerea, in particolare a quella dell'ex ceo Mario Corti. Tra il 2008 e il 2009 Ubs, la maggior banca elvetica, ha subìto una dura crisi e i riflettori si sono accesi anche in quel caso sui compensi dei manager, soprattutto su quelli dell'ex ceo Marcel Ospel. Swissair è poi rinata sotto la forma della nuova Swiss, passata in seguito a Lufthansa. Ubs, dopo una ampia ristrutturazione, è uscita dalla crisi. Ma il sentimento anti bonus è rimasto e con esso le tensioni attorno alle maxi retribuzioni per manager di imprese e banche.

Recentemente, è poi emerso il caso di Daniel Vasella, il presidente uscente del colosso farmaceutico Novartis. Vasella ha portato quest'ultimo al successo, con utili consistenti. Ma all'opinione pubblica elvetica non è piaciuto l'accordo con cui Vasella avrebbe avuto 72 milioni di franchi (circa 60 milioni di euro) nei prossimi sei anni, per rimanere consulente e non passare alla concorrenza. Vasella e Novartis hanno dovuto rinunciare all'accordo. E l'iniziativa di Thomas Minder (il piccolo imprenditore di Sciaffusa che l'ha promossa) ha così incassato altri consensi.

La Svizzera è un Paese ricco, attento alle imprese, al mercato, ai movimenti del denaro, certamente. Ma è anche un Paese percorso da un'etica protestante per quel che riguarda lavoro e retribuzioni, un'etica che storicamente ha toccato anche i cantoni cattolici. L'iniziativa Minder non fissa un tetto per i maxi stipendi, ma cerca di imbrigliarli vietando alcune indennità in entrata e in uscita e, soprattutto, sottoponendo nelle società quotate il sistema di remunerazioni al voto dell'assemblea degli azionisti. Non sarà facile arrivare alle nuove norme conseguenti, in un Parlamento elvetico diviso su questo capitolo. Ma il messaggio è forte. E forse, guardando alla realtà, non è poi così incredibile che venga dalla piccola e ricca Svizzera.

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