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Questo articolo è stato pubblicato il 04 marzo 2013 alle ore 06:37.

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Emergenza debito
Vietato però adagiarsi sugli allori, perché dopo la probabile cancellazione della procedura di infrazione comincerà una nuova partita e il focus si sposterà sul l'enorme montagna del debito pubblico, che veleggia ben oltre il 120% del Pil. L'Italia resterà sorvegliata speciale: in base alle regole del Six Pack dovrà infatti imboccare entro il 2015 un percorso virtuoso con la riduzione dello stock a un ritmo medio del 3,3% all'anno, ovvero un ventesimo del differenziale che separa il livello attuale dal target del 60 per cento. Qualcosa come 50 miliardi di euro in media all'anno. Roma potrà però ottenere degli "sconti" perché in passato è riuscita a far includere nelle regole europee alcune circostanze attenuanti, come l'andamento difficile dell'economia o il basso livello di indebitamento privato.

Intanto a maggio arriverà una nuova pagella con le Previsioni economiche di primavera, mentre tra fine maggio e inizio giugno la Commissione emetterà le raccomandazioni per gli Stati membri su Def e Programmi nazionali di riforma. Il 21 giugno i giudizi saranno al vaglio dei ministri delle Finanze che potranno suggerire modifiche e limature al testo del l'esecutivo Ue. Poi, una volta adottate formalmente dai leader Ue il 27 e 28 giugno, queste raccomandazioni diventeranno vincolanti e tutti i Paesi dovranno tenerne conto nelle rispettive Leggi di Stabilità. Su questo fronte il Two Pack, che entrerà in vigore tra breve, prevede una novità significativa. Entro il 15 ottobre la bozza delle manovra dovrà essere inviata a Bruxelles che proprio da quest'anno potrà effettuare un nuovo sistema di controllo ex ante sui conti pubblici nazionali. Non solo. La Commissione Ue potrà richiedere una modifica se scorgerà nel testo una «seria incompatibilità» con le regole del Patto di Stabilità o con le raccomandazioni del semestre europeo.

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