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Questo articolo è stato pubblicato il 04 marzo 2013 alle ore 14:18.

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Il primo clamoroso scivolone su una promessa non mantenibile del Movimento 5 Stelle non si consuma a Roma, dove i neoeletti sono in seduta plenaria in queste ore con i loro "maitre à penser", Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio. Forse anche per questo il primo scivolone rischia di passare sotto silenzio: eppure è clamoroso e doloroso, visto che fu il cavallo di battaglia del sindaco di Parma Federico Pizzarotti in campagna elettorale. «L'inceneritore non si farà» diceva un anno fa il grillino, sostenuto da Beppe. "Passeranno sui nostri corpi", urlacchiavano sicuri. Ora, sperando che entrambi stiano bene e godano di ottima salute, c'è da rilevare che sui loro corpi sono passati: l'inceneritore s'è fatto (è anche costato 193milioni di euro) e tra meno di un mese, dopo le opportune verifiche sulle emissioni, entrerà a pieno regime.

La battaglia della prima amministrazione comunale grillina è stata persa. Iren, società che gestisce l'inceneritore di Ugozzolo, ha comunicato il "pronti, partenza via". E lui, il sindaco con la faccia pulita che si trova a governare una città con i conti sporchi, si salva dalla sua prima débacle come può dichiarando: «Mai fatto promesse che non si potevano mantenere», poi, resosi conto che di fatto quelle promesse le avevano ascoltate tutti i cittadini di Parma, corregge il tiro: «Ci abbiamo provato, sono insoddisfatto, certo, ma continueremo a tenere alte le antenne: non si fanno solo le battaglie che si è sicuri di vincere».

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