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Questo articolo è stato pubblicato il 05 marzo 2013 alle ore 17:55.

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Qualche mese fa discutevo della crisi dell'euro con un alto diplomatico americano. «Siamo tornati agli anni 30, non le sembra?», diceva il mio interlocutore con un misto di tristezza e compiacimento. «Gli estremisti avanzano».

Dopo le elezioni italiane queste previsioni funeste si stanno moltiplicando. Una rivista britannica, The Spectator, ha definito Beppe Grillo «il nuovo Mussolini», e anche alcuni commentatori italiani hanno tracciato lo stesso paragone.

Questo raffronto, oltre a essere ingiusto nei confronti di Grillo, un comico che con il suo Movimento 5 Stelle ha appena portato a casa il 25 per cento dei voti, disegna un quadro impreciso dei probabili sviluppi dello scenario politico europeo in condizioni di stress economico. Viene naturale pensare che come la Grande Depressione degli anni 30 aprì la strada a fascisti e comunisti, anche la crisi economica attuale provocherà analoghi esodi dell'elettorato verso l'estrema destra e l'estrema sinistra.

Qualche similitudine c'è, fra l'Europa di allora e quella di oggi. Come negli anni 30, anche oggi un crac finanziario seguito da politiche di austerità ha prodotto una forte disoccupazione. Anche oggi spuntano fuori movimenti politici nuovi che lanciano strali contro la classe dirigente. Ma se si scava un po' più a fondo si vede chiaramente che questi paragoni appaiono superficiali. Quando la Grande Depressione colpì l'Europa, erano passati soltanto dodici anni dalla fine degli orrori della prima guerra mondiale. In Francia e in Germania, il 40 per cento circa degli uomini che avevano fra i 19 e i 21 anni di età nel 1914 era rimasto ucciso nei quattro anni successivi. Anche l'Italia aveva subito perdite terrificanti in termini di vite umane. Complessivamente, in Europa erano morti più di 10 milioni di soldati e altri milioni erano rimasti mutilati.

Adolf Hitler e Benito Mussolini erano tutti e due veterani di guerra e i movimenti da loro diretti furono profondamente influenzati da questo elemento. Mussolini salì al potere negli anni 20, prima che la Grande Depressione colpisse l'Europa. Quando la crisi arrivò, negli anni 30, l'Europa era mal preparata: i sistemi di welfare erano quasi inesistenti e di conseguenza chi perdeva il lavoro spesso precipitava nella fame e nell'indigenza.

L'Europa moderna è un continente molto più ricco e molto meno traumatizzato. Certo, Paesi come il Portogallo, dove stanno tagliando salari e pensioni, se la passano male. La disoccupazione è alta in tutta l'Eurozona e molte persone hanno paura per il futuro. Ma non sono gli anni 30.

Il Paese che sembra più vicino a produrre uno scenario politico in stile anni 30 è la Grecia, che ha subito la contrazione economica più pesante di tutta l'Europa (meno 25 per cento). La crisi ha spinto in alto i consensi di Alba Dorata, un partito di estrema destra che porta avanti tematiche fasciste, dall'ultranazionalismo all'antisemitismo. Alba Dorata in questo momento è data dai sondaggi al 10 per cento, mentre sul versante opposto la formazione di estrema sinistra Syriza alle ultime elezioni è quasi diventata il primo partito. Però, per il momento, a capo del Paese continua a sedere un impopolare esecutivo centrista.

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