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Questo articolo è stato pubblicato il 05 marzo 2013 alle ore 07:35.

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Rosario Crocetta (Imagoeconomica)Rosario Crocetta (Imagoeconomica)

PALERMO - L'accordo sull'abolizione delle Province raggiunto ieri dai partiti che sostengono il governo Crocetta è un altro di quei provvedimenti che avvicinano il presidente della Regione siciliana e il Movimento 5 Stelle, che aveva presentato un apposito disegno di legge. Gli avversari della giunta di centro-sinistra allargato, che può contare su appena 46 voti su 90, accusano il governatore di essere ostaggio dei "grillini" e di sottostare al loro ricatto politico per disporre di una maggioranza meno risicata nell'Assemblea di palazzo dei Normanni.

Per ottenere il via libera al Dpef e all'esercizio provvisorio di bilancio, Crocetta ha dovuto dire di no alle "antennone" del sistema Muos in fase di realizzazione nella base militare Usa di Niscemi; altrimenti i Cinque stelle avrebbe continuato a far mancare il numero legale in aula. Il prossimo ostacolo da superare è ora la mozione avanzata dal Movimento di cassare il rigassificatore Enel di Porto Empedocle, su cui l'Ars dovrebbe esprimersi domani. La soppressione dell'impianto è motivo di preoccupazione in provincia di Agrigento. Il Comune di Porto Empedocle ha già ricevuto un'una tantum di 6 milioni in tre anni come indennizzo per i disagi derivanti dai lavori ed ha ottenuto un finanziamento di 800mila euro per il museo del mare oltre a misure compensative varie (per viabilità, servizi e strutture); senza contare le royalties future e l'impegno dell'Enel a stabilire in Sicilia la sede legale della società, ovvero a versare le imposte alla Regione. Se il progetto non andasse in porto qualsiasi beneficio verrebbe a cessare all'istante.
Ma se Crocetta ha bisogno dei "grillini" per governare (la sua lista Megafono alle elezioni politiche ha avuto un risultato deludente) anche i "grillini" hanno bisogno di Crocetta e della sua crescente popolarità per attuare un programma di riforme che spazia dall'energia allo sport, dal turismo alla tutela paesaggistica e che vede impegnata in prima linea anche Confindustria Sicilia sui temi della legalità, dei servizi alle imprese e della sburocratizzazione della macchina regionale.

Dichiara Giampiero Trizzìno, 35 anni, presidente della Commissione ambiente, esponente del M5s: «Questo per me è il migliore dei governi possibili, ma Crocetta deve avere più coraggio e soprattutto deve essere più presente in parlamento. Deve capire che molti punti del suo programma sono uguali al nostro e che noi stiamo lavorando anche per lui. Vorrei una politica più pragmatica: meno parole e più fatti. Ho riunito due commissioni straordinarie per bloccare il Muos, una a Palermo e un'altra a Niscemi, ma lui non è mai venuto. Ho organizzato un'audizione sulle trivellazioni offshore nel Canale di Sicilia e un'altra la farò a fine mese con il ministro Corrado Clini augurandomi che stavolta Crocetta si presenti. Ripeto: vorrei essere il suo migliore alleato, più del suo stesso partito, ma a patto che sia più propositivo e più operativo. Non è ammissibile che gli assessori siano poco presenti in aula. Aspettiamo di discutere da un mese e mezzo la mozione con cui chiediamo l'annullamento delle trivellazioni per la ricerca di idrocarburi nella Valle del Belice, ma la giunta non si presenta mai al completo».
Non c'è alcuna alleanza precostituita tra il presidente e i Cinque stelle. Non a caso Crocetta ha parlato di convergenze parallele. «Ormai la politica è fatta di progetti», aggiunge Trizzìno: «La maggioranza per noi non è un problema. Noi portiamo avanti un certo modo di operare. Non ci interessa far carriera politica. Non ci interessa ricattare. Abbiamo il nostro programma e ci battiamo per quello». Gli fa eco Giorgio Ciaccio, 31 anni, segretario della commissione Bilancio, anch'egli M5s: «Il nostro è un progetto di rivoluzione culturale. Siamo al servizio del bene collettivo. Rappresentiamo tutti, chi ci ha eletto e no. Non mi interessa chi presenta una proposta, mi interessa il contenuto e il modo in cui viene attuata».

Sullo sfondo aleggia il bilancio con le sue incognite, i suoi punti oscuri, i mille rivoli della spesa. Conclude Ciaccio: «Stiamo lavorando per creare un dipartimento che passi al setaccio le entrate e separi quelle certe da quelle presunte o fasulle». La cancellazione delle province frutterà 130 milioni che dovrebbero confluire in un fondo destinato ad un "reddito minimo di solidarietà"per le famiglie, e la disponibilità finanziaria di cassa della Regione dovrebbe crescere con l'emissione di "Trinacria Bond" per un importo da definire.

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