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Questo articolo è stato pubblicato il 05 marzo 2013 alle ore 15:48.

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MILANO - Mario Mantovani, coordinatore lombardo del Pdl, assumerà il ruolo di vicepresidente della Regione Lombardia, con Roberto Maroni presidente. Lo ha confermato Maria Stella Gelmini all'uscita dall'incontro con Berlusconi a Lesmo. È stato dunque messo il primo tassello del toto nomine per la Regione Lombardia. Il neo presidente Roberto Maroni, ancora leader nazionale della Lega, ha promesso che entro domenica sarà pronta la squadra che guiderà il Pirellone per i prossimi cinque anni. In queste ore, il Carroccio e il Pdl stanno trattando sulle poltrone, che non sono solo quelle degli assessori ma riguardano anche le posizioni chiave nella tecnostruttura, in primis la direzione generale della Sanità (oltre alla vicepresidenza della Regione).

Assoluta parità uomini-donne
Maroni per ora si è solo sbilanciato su due questioni: ci saranno metà assessori donna e metà uomini; metà del Pdl e metà della Lega. Ma intanto vediamo chi scende e chi sale nella classifica delle possibili nomine. Per quanto riguarda un assessorato chiave come il Bilancio, prende quota il nome del senatore Massimo Garavaglia, esperto di enti locali, mentre si sta indebolendo la possibilità di nominare Giancarlo Giorgetti, ex segretario nazionale della Lega. In ogni caso la scelta spetterebbe ai leghisti. Per quanto riguarda l'Agricoltura, sembra uscire dal toto nomine l'ex An Viviana Beccalossi, ex deputato e già vicepresidente della Regione ai tempi di Formigoni, mentre entra nella lista il leghista Gianni Fava, responsabile federale dello sviluppo economico del partito. Beccalossi potrebbe tuttavia entrare in Giunta con un altro ruolo.

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Assessorato importante in vista per Salvini (Lega)
Maroni vorrebbe far entrare anche Matteo Salvini, il segretario lombardo della Lega, uno dei suoi uomini più fidati e praticamente il volto più noto del Carroccio a Milano. L'europarlamentare Salvini è destinato ad un assessorato importante, o ad un superassessorato con più deleghe. Anche Stefano Bruno Galli, della lista civica di Maroni, dovrebbe avere un posto in giunta.

In pista il sociologo Alberoni e lo sportivo Rossi
I due nomi già spesi durante la campagna elettorale sono quelli del campione di canottaggio Antonio Rossi, a cui dovrebbe andare l'assessorato allo Sport, e Francesco Alberoni, sociologo e ex rettore dello Iulm, a cui dovrebbe essere destinato l'assessorato alla Cultura. Per quest'ultimo ruolo si indebolisce quindi la possibile nomina di Vittorio Sgarbi, mentre l'assessorato all'Industria dovrebbe andare al Pdl (se l'Agricoltura andrà, come sembra, alla Lega). Una delle questioni centrali è l'assegnazione dell'assessorato alla Sanità, che potrebbe andare al Pdl ma solo a condizione di garantire al Carroccio la nominare di un proprio uomo alla direzione generale (il contrario di quanto avvenuto durante gli ultimi mandati di Formigoni). Quindi: per l'assessorato esce dal toto-nomine Mario Melazzini (Pdl), mentre si rafforza la figura dell'ex ministro Ferruccio Ludovico Fazio, in quota Pdl. Invece per quanto riguarda il dg i due possibili nomi sono gli attuali dirigenti sanitari Maria Cristina Cantù (sostenuta da Maroni) e Walter Locatelli (sostenuta da Salvini).

Tra le donne, dovrebbero entrare in giunta Valentina Aprea, assessore uscente all'Istruzione, sostenuta da Formigoni, e l'ex deputata Pdl Mariella Bocciardo.

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