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Questo articolo è stato pubblicato il 05 marzo 2013 alle ore 15:56.

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Cinque uomini e cinque donne, e rispetto della territorialità in modo da dare un peso adeguato a tutte le aree del Lazio, prima tra tutte Rieti che non è riuscita a entrare neppure con un consigliere alla Pisana. Alcuni assessori arriveranno dalla vecchia squadra della Provincia Roma, altri dalla società civile, un ruolo chiave potrebbe essere affidato a un ministro del Governo Monti. Iniziano a definirsi i confini della nuova Giunta di centrosinistra della Regione Lazio a cui il neoeletto Governatore, Nicola Zingaretti sta lavorando in questi giorni (con un'agenda fitta di consultazioni di associazioni e partiti) e che dovrebbe essere pronta entro metà marzo: i tempi tecnici necessari per mettere a punto la squadra dopo la proclamazione del presidente, previsto inizialmente per questa settimana, e che invece slitterà al 12 o al più tardi al 13 marzo.

Quote rosa dunque rispettate con un rapporto uno a uno nel nuovo esecutivo, ridimensionato rispetto alle precedenti legislature per effetto dei tagli ai costi della politica voluti da Palazzo Chigi. Pochi ancora i nomi certi, molte le ipotesi in campo per trovare un equilibrio evitando di abusare nel ricorso ad assessori esterni.

L'ipotesi Piero Giarda al Bilancio
All'assessorato al Bilancio, tra le poltrone più importanti della Giunta anche per i conti disastrosi del Lazio, potrebbe arrivare Piero Giarda, ministro per i rapporti con il Parlamento e l'attuazione del programma del Governo Monti, tecnico con una lunga carriera nei ministeri economici e uno degli "autori" della spending review. Un'ipotesi al momento più accreditata di quelle circolate inizialmente, dell'ex ministro prodiano delle Finanze prodiano Vincenzo Visco e del deputato Pd, neoeletto in Sicilia, Marco Causi, docente di economia e assessore alle politiche economiche del Comune di Roma quando sindaco era Walter Veltroni. Sembra poi quasi certa la vicepresidenza della Giunta per Massimiliano Smeriglio, coordinatore del comitato elettorale del neogovernatore e responsabile economia di Sel, ex assessore al lavoro alla Provincia di Roma guidata da Zingaretti, così come Michele Civita (titolare a palazzo Valentini delle politiche del territorio) altro papabile per la delega ai rifiuti.

Un'altra casella (cultura o istruzione) potrebbe andare a Guido Fabiani, rettore dell'università Roma Tre. Mentre per rispettare il criterio della territorialità si fa il nome del Fabio Refrigeri (Pd) di Rieti, la provincia che ha ottenuto il dato percentuale più alto del Pd nel Lazio (33,22%) ma che non è riuscita a conquistare nessun seggio in consiglio regionale. Tra gli interni, e cioè i consiglieri eletti, si fa il nome di Daniele Leodori (segretario provinciale del Pd di Roma e campione di preferenze, quasi 23mila) anche se per lui è più probabile la poltrona di presidente dell'assemblea laziale. O quello del viterbese Enrico Panunzi, che sfiora le 15 mila preferenze e consentirebbe di coprire anche la casella "provinciale.

Nelle quote rosa il nome della "prodiana" De Luca
Tra gli assessori in quota rosa si fa il nome di Cristina De Luca, ex sottosegretario al Welfare dell'ultimo governo Prodi, che sarebbe "candidata" all'assessorato al Lavoro, e quello sempre "esterno" della tedesca Monique Veaut, presidente del RomaEuropa Festival. Ma per rispettare il principio delle pari opportunità si guarda anche all'interno del consiglio regionale. È il caso di Teresa Petrangolini, eletta nel listino di Zingaretti che per la sua esperienza in Cittadinanzattiva sarebbe la candidata idale per la
Trasparenza o alla Semplificazione, o di Daniela Bianchi, di Frosinone anche lei eletta nel listino bloccato del Presidente.

La Sanità e il nodo commissariamento
Per quanto riguarda il capitolo scottante della sanità laziale la linea di Zingaretti è quella di non fare pressioni sul Governo per annullare il commissariamento, e il governatore proverà a indicare due subcommissari, uno dei quali potrebbe essere Giovanni Bisson, ex assessore alla sanità dell'Emilia Romagna.

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