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Questo articolo è stato pubblicato il 06 marzo 2013 alle ore 22:17.

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L'economia americana avanza a passo modesto e tra qualche segnale di miglioramento. Le incertezze a Washington sulla spesa pubblica e sui piani per la riduzione del deficit ostacolano, però, la ripresa. È questo il verdetto del Beige Book della Federal Reserve, l'ultimo rapporto periodico sullo stato di salute degli Stati Uniti che lascia presagire una continuazione delle politiche monetarie ultra-accomodanti a sostegno della crescita da parte della Banca centrale.

La maggior parte dei dodici distretti della Fed ha riportato tra gennaio e febbraio una marcia definita come "moderata" o "modesta". Con due regioni cruciali, Boston e Chicago, che hanno tuttavia indicato un'espansione ancora "lenta". Tra i segnali più incoraggianti, le vendite di auto: "robuste in gran parte delle regioni". Il documento ha trovato anche schiarite sul mercato immobiliare, che è stato al centro della passata crisi: «Il comparto residenziale si è rafforzato in quasi tutti i distretti - ha indicato la Fed -. I prezzi delle abitazioni sono saliti e le case invendute sono diminuite in tutto il paese».
Il rapporto serve quale base di discussione per la prossima riunione al vertice della banca centrale, il Federal Open Market Committee, convocato per il 19 e 20 marzo.

In quell'occasione è attesa una conferma del Quantitative Easing, gli acquisti obbligazionari da parte della Fed, e dei tassi d'interesse vicini allo zero. Il governatore Ben Bernanke e il suo vice Janet Yellen, ancora prima dell'uscita dell'ultimo Beige Book, avevano indicato esplicitamente l'intenzione di mantenere intatto il sostegno a un'economia considerate ancora debole.

Una nuova frenata alla crescita dovrebbe arrivare dai tagli automatici di spesa scattati con il cosiddetto "sequester". I tagli, 85 miliardi di dollari in tutte le agenize federali, entro la fine dell'anno fiscale a settembre potrebbero sottrarre 0,6 punti percentuali al Pil. Sono stati confermati oggi da un voto alla Camera che ha allontanato al contempo un'altra crisi politica approvando il continuo finanziamento del budget operativo del governo, pari a 982 miliardi fino a settembre.

La legge, approvata con voti sia repubblicani che democratici, passerà ora al vaglio del Senato ed è attesa un'approvazione definitiva prima della scadenza del budget governativo il 27 marzo. Senza questa misura gli uffici federali rischiavano una paralisi immediate.

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