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Questo articolo è stato pubblicato il 07 marzo 2013 alle ore 21:00.
L'ultima modifica è del 07 marzo 2013 alle ore 16:09.

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Ora le scelte politiche dell'Europa vanno orientate su lavoro e crescita. Mario Monti ha incontrato nel pomeriggio per oltre un'ora Pier Luigi Bersani a Palazzo Chigi, in vista del vertice Ue della prossima settimana. «Il presidente del Consiglio Mario Monti e l'onorevole Pier Luigi Bersani - si legge nella nota emessa al termine dell'incontro, che si è tenuto nel pomeriggio - hanno esaminato il modo per l'Italia di orientare le politiche dell'Unione europea in favore di una maggiore attenzione alla crescita, all'occupazione e alla dimensione sociale della crisi, tenendo conto delle specificità nazionali. Hanno inoltre discusso delle priorità che dovranno essere al centro del Programma Nazionale di Riforme, che dovrà essere presentato dall'Italia entro il mese di aprile». L'incontro per definire la strategia italiana in vista del vertice europeo è stato chiesto dal presidente del Consiglio, che ha rivolto l'invito anche a Silvio Berlusconi e a Beppe Grillo. Il Cavaliere ha annullato l'appuntamento, previsto per domani, a causa di disturbi alla vista, Grillo non ha ancora risposto.

In serata Bersani è intervenuto alla trasmissione "Otto e mezzo". «Non lo nego. È stata una botta. La vicenda è molto preoccupante soprattutto per il Paese ma se ci mettiamo ciascuno nelle condizioni di fare ciò che deve fare, il suo dovere ne veniamo fuori», ha sottolineato il segretario del Pd, facendo riferimento al risultato delle elezioni. Bersani sarebbe disposto a fare un passo indietro se non ce la facesse a insediare il governo? «Io la generosità ce la sto mettendo già adesso - è stata la risposta -. La strada é strettissima ma faccio quello che devo fare per il paese. Non ho ipotesi b (chi dice in giro di "piani B" è perchè vuol scartare il piano A, mi pare evidente, ha osservato). Dopo di che non ci sono questioni personali».

Sulla possibilità che il Pdl sostenga gli 8 punti da lui proposti: «Sarebbe una singolare via di Damasco - è stato il commento di Bersani - perchè ci sono punti che hanno impedito in questi anni in modo pugnace, testardo» che ciò accadesse. «Non sto facendo colloqui con nessuno», ha poi chiarito. Su Grillo ha sottolineato: non può pretendere di governare il paese con il 25% dei voti ed essendo arrivato «terzo» alle elezioni, è dai «tempi di Craxi» che non accade una cosa del genere. Infine, un commento sullo scandalo Mps: «io più che tranquillo».

«Tocca a noi fare la proposta: non è una pretesa, tantomeno una mia pretesa». Pier Luigi Bersani va avanti sulla strada di Governo di minoranza e illustra il primo degli otto punti programmatici (proposte contro corruzione e falso in bilancio) con cui punta a raccogliere il sostegno in Parlamento da parte del Movimento 5 Stelle. «La nostra proposta - dice il segretario del Pd in una conferenza stampa poco prima di andare a Palazzo Chigi per l'incontro con Mario Monti in vista del Consiglio europeo - è un dovere: dobbiamo dire attraverso quale via si possa arrivare alla governabilità e avviare la legislatura» su un «programma essenziale di cambiamento».

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