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Questo articolo è stato pubblicato il 07 marzo 2013 alle ore 17:22.

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Nell'economia spagnola che agonizza, la tecnologia può fare la differenza tra un'impresa che chiude e una che vede aumentare, nonostante tutto, il suo fatturato. Anche in piena recessione, le imprese spagnole che basano il loro business sull'innovazione tecnologica sono riuscite a sviluppare il loro giro d'affari tanto da consentire al Paese di ridurre il deficit commerciale hi-tech.

Secondo gli ultimi dati ufficiali dell'Ine, l'Istituto nazionale di statistica spagnolo, i ricavi totali delle imprese manifatturiere che appartengono a settori ad alta e medio-alta tecnologia sono cresciuti nel 2011 dell'1,5% fino a raggiungere i 154,7 miliardi di euro. Si tratta di imprese del settore farmaceutico, del settore aeronautico e spaziale, aziende che realizzano prodotti informatici, elettronici e ottici. Comparti che fanno eccezione in un'economia che nel 2012 si è contratta dell'1,4% e che anche quest'anno - secondo le previsioni - farà registrare un calo del Pil vicino al 2 per cento con ripercussioni pesanti anche sulla spesa in ricerca e sviluppo.

La Spagna nel suo complesso sta ritrovando capacità di competere e vendere all'estero sfruttando la diminuzione del costo del lavoro, non certo puntando sulla qualità della produzione o traendo vantaggio dagli investimenti in capitale e tecnologia. «Nel Paese - spiegano gli esperti del Conference Board - non ci sono sostanziali incrementi di produttività mentre risulta determinante la crescita continua dei livelli di disoccupazione che fanno scendere il costo del lavoro per unità di prodotto». Così si spiegano le mosse dei grandi gruppi dell'auto - da Ford a Renault, da Peugeot-Citroën a Nissan - che hanno deciso nei mesi scorsi di rafforzare la produzione in Spagna, in alcuni casi spostandola da altri stabilimenti europei.

Ma al fianco della Spagna low-cost resistono e si stanno sviluppando imprese che puntano sulla tecnologia e il valore aggiunto, quasi a rispondere alle analisi di S&P's sul Sud Europa, secondo le quali «un'economia in crisi che ritrova competitività, migliora le esportazioni e attrae investimenti solo perdendo lavoro, può ottenere un miglioramento degli indicatori macroeconomici ma con costi sociali insostenibili».

Mentre il tasso di disoccupazione spagnolo ha superato il 25% con oltre sei milioni di spagnoli senza lavoro, le imprese ad alta tecnologia crescono nel fatturato e sono anche riuscite ad assumere nuovi dipendenti: hanno fatto registrare un incremento dell'occupazione dello 0,5%, ora valgono il 6,6% del totale nazionale e in alcune regioni come i Paesi Baschi e la Navarra fanno segnare punte superiori al 10% della forza lavoro. Sempre di qualità, sempre legata alla tecnologia.

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