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Questo articolo è stato pubblicato il 08 marzo 2013 alle ore 06:38.

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BRUXELLES. Dal nostro corrispondente
I Paesi dell'Unione hanno deciso di rinviare nuovamente una decisione sull'atteso ingresso della Romania e della Bulgaria nello spazio Schengen. Alcuni Stati membri della Ue si sono opposti ieri all'adesione dei due Paesi durante un Consiglio dei ministri della Giustizia e degli Interni qui a Bruxelles. Le paure sono legate alla paura dell'immigrazione clandestina in un contesto di grave crisi economica. Una eventuale decisione è stata rinviata alla fine del 2013.
«Un certo numero di Paesi hanno espresso preoccupazioni politiche» all'ingresso di Bulgaria e Romania nello spazio Schengen, ha detto il ministro degli Interni irlandese Alan Shatter che ha presieduto la riunione nel semestre di presidenza irlandese della Ue. «Ambedue i Paesi hanno comunque soddisfatto agli impegni tecnici» per aderire all'area di libera circolazione delle persone che non prevede il controllo automatico del passaporto al momento del passaggio della frontiera.
«Il Consiglio ha deciso di affrontare nuovamente la questione entro la fine del 2013, con l'obiettivo di considerare i prossimi passi», si legge in un comunicato. A bloccare la decisione sono stati due Paesi: la Germania e l'Olanda, legando l'adesione a Schengen di Bulgaria e Romania alla pubblicazione del prossimo rapporto chiamato Cooperation & Verification Mechanism (altri Stati membri - come la Finlandia, la Svezia o l'Austria - si sono accodati almeno informalmente).
Il rapporto, noto con l'acronimo inglese CVM, è preparato ogni sei mesi dai servizi della Commissione. Ha come obiettivo di illustrare i progressi di Sofia e Bucarest nel riformare il sistema giudiziario, nel lottare contro la corruzione, e per quanto riguarda la Bulgaria anche nel combattere la criminalità organizzata. «In teoria, la relazione non ha nulla a che vedere con l'adesione o meno a Schengen - spiega un negoziatore europeo - ma nei fatti i due aspetti sono ormai legati».
Da un lato, Germania e Olanda temono un arrivo di cittadini rumeni e bulgari, tale da ingrossare le file dei disoccupati e dei beneficiari del welfare. Dall'altro, sono preoccupati all'idea di aprire le frontiere a due Paesi che hanno gravi problemi di criminalità. Nella Repubblica federale l'approssimarsi delle elezioni di settembre complica il quadro, tanto più che il ministro degli Interni è un cristiano-sociale bavarese, Hans-Peter Friedrich, che della sicurezza ha fatto un cavallo di battaglia.
«Vi sono - ha detto Friedrich parlando dei due Paesi - alcune debolezze, tra cui il funzionamento del sistema giudiziario, che non ci permettono di dare il benestare all'abolizione delle frontiere». Bucarest e Sofia non nascondono il fastidio per il veto di alcuni Paesi, tanto più che hanno investito molto denaro nel controllo delle frontiere esterne dell'Unione. Ciò detto, il ministro degli Interni bulgaro, Tsvetan Tsvetanov, ha promesso un dialogo con Bruxelles che sia «costruttivo, aperto, e trasparente».
La discussione sul futuro di Bulgaria e Romania in Schengen coincide con la prossima libera circolazione dei lavoratori bulgari e romeni nell'Unione a partire dal 2014. Questo principio comunitario è stato temporaneamente sospeso al momento dell'allargamento per paura che il ritardo economico dei nuovi Stati membri potesse creare flussi massicci di lavoratori immigrati. La Gran Bretagna sta facendo campagna per irrigidire le regole sull'immigrazione dopo la scadenza del 2014.
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Off limits
I Paesi dell'Unione europea non hanno trovato un consenso sull'ingresso di Bulgaria e Romania nello spazio Schengen, in cui è in vigore la libera circolazione delle persone dopo l'abolizione, a partire dal 1995, dei controlli sull'immigrazione. Il voto richiede l'unanimità
I PAESI MEMBRI
1995
Belgio
Francia
Germania
Lussemburgo
Olanda
Portogallo
Spagna
1997
Austria
Italia
2000
Grecia
2001
Danimarca
Svezia
Finlandia
Norvegia*
Islanda*
2007
Repubblica Ceca
Estonia
Ungheria
Lituania
Lettonia
Malta
Polonia
Slovacchia
Slovenia
2008
Svizzera*
2011
Liechtenstein*
GLI ESCLUSI
Gran Bretagna
e Irlanda hanno scelto di rimanere fuori
* non Ue
LE RAGIONI DEL «NO»
Le preoccupazioni dei Paesi contrari all'adesione - guidati da Germania e Olanda - riguardano l'inadeguatezza delle misure adottate da Bulgaria e Romania per combattere corruzione e crimine organizzato, e per prevenire l'emigrazione clandestina attraverso i confini comuni. La decisione è stata rinviata alla fine dell'anno
COS'È SCHENGEN
L'area di Schengen, in vigore dal 1995, ha istituito tra i suoi Paesi membri la libera circolazione delle persone, che non prevede il controllo automatico del passaporto alle frontiere comuni

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