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Questo articolo è stato pubblicato il 11 marzo 2013 alle ore 16:26.

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Ecco le tappe dal primo suono della campanella all'elezione del presidente della Repubblica. Con l'apertura oggi dei centri di accoglienza a Montecitorio ed a Palazzo Madama prosegue il percorso verso la formazione del governo. Il 21 marzo saranno avviate le consultazioni del presidente Napolitano, il cui settennato scade il 15
maggio.

15 marzo: prima seduta della XVII legislatura
Nella prima seduta della XVII legislatura (la Camera è convocata per le 10.30, il Senato alle 11) dovrà essere risolto il nodo delle "opzioni". Ci sono, infatti, ben 20 candidati eletti in più circoscrizioni o regioni. A presiedere la seduta di Montecitorio sarà l'onorevole Antonio Leone, il vicepresidente rieletto più anziano per elezione tra i vicepresidenti della legislatura precedente. A Palazzo Madama toccherà al senatore più anziano per età. Alla Camera la presidenza provvisoria andrà a Antonio Leone (Pdl); a Palazzo Madama lo scranno più alto sarebbe spettato a Giulio Andreotti, che ha però rinunciato passando la mano a Emilio Colombo.

Elezioni dei presidenti di Camera e Senato
Il primo adempimento delle nuove Camere sarà elezione dei presidenti. Generalmente ci si arriva il giorno successivo alla prima seduta (quindi il 16 marzo). A Montecitorio l'elezione scatta nei primi tre scrutini solo se si raggiunge la maggioranza dei 2/3; a partire dal quarto è sufficiente la maggioranza assoluta, di cui il centrosinistra dispone. È prevedibile che, in mancanza di accordi nelle prime tre votazioni, il presidente della Camera possa essere eletto sabato 16 marzo, a maggioranza assoluta. Al Senato nei primi due scrutini per eleggere il presidente serve la maggioranza assoluta dei voti dei componenti del Senato, maggioranza di cui nessuna coalizione dispone a Palazzo Madama. Ove non si raggiunga questa maggioranza, si procede, nel giorno successivo, ad una terza votazione in cui basta la maggioranza assoluta dei voti dei presenti, computando anche le schede bianche. Qualora nella terza votazione nessuno abbia riportato questa maggioranza, il Senato procede nello stesso giorno al ballottaggio fra i due candidati che hanno ottenuto nel precedente scrutinio il maggior numero di voti e viene proclamato eletto quello che prende più voti. A parità di voti è eletto il candidato più anziano di età.

Entro il 18 marzo dichiarazione del gruppo di appartenenze
Entro il 18 marzo i parlamentari devono dichiarare a che gruppo aderiscono

20 marzo i capigruppo
I gruppi sono convocati il 20 marzo per eleggere i rispettivi presidenti

21 marzo: partono le consultazioni
Una volta eletti i presidenti dei due rami del Parlamento, e costituiti i gruppi
parlamentari di Camera e Senato con i rispettivi capigruppo, ci saranno tutti gli 'interlocutorì del Capo dello Stato richiesti dalla Costituzione per le consultazioni che porteranno alla nomina del presidente del Consiglio. Consultazioni che potrebbero prendere il via dal 21 marzo. Probabilmente il presidente Napolitano tenterà di conferire un incarico prima di Pasqua, che cade il 31 marzo. Una cosa è certa: Napolitano è obbligato a fare di tutto per far nascere un nuovo governo e deve dare un incarico. Ma, visto che si trova nel 'semestre bianco', non potrà sciogliere le Camere, nemmeno nel caso di mancato accordo sul nuovo governo; una facoltà di cui potrà avvalersi soltanto il suo successore alla Presidenza della Repubblica.

15 aprile: convocazione del Parlamento in seduta comune
Considerato che il mandato del presidente Napolitano scade il 15 maggio, entro il 15 aprile dovrà arrivare la convocazione del Parlamento in seduta comune per eleggerne il successore al Quirinale. potrebbe tenersi per i primi di maggio, in modo da consentire ai Consigli regionali di eleggere i grandi elettori che le rappresenteranno.

Elezione del presidente della Repubblica
Il presidente della Repubblica è eletto nell'Aula di Montecitorio dal Parlamento in seduta comune integrato da 58 rappresentanti delle Regioni: ogni regione ne elegge tre con l'eccezione della Valle d'Aosta che ne elegge uno. La seduta comune del Parlamento è presieduta dal presidente della Camera, che ha al suo fianco il presidente del Senato. I grandi elettori saranno 1.007: 615 deputati, 319 senatori (315 più i 4 senatori a vita) e 58 delegati delle Regioni. Nelle prime tre votazioni la maggioranza richiesta per l'elezione sia quella dei due terzi dei componenti dell'Assemblea, pari a 672 voti. Dal quarto scrutinio il quorum si abbassa: per essere eletti basterà la maggioranza assoluta dei componenti dell'Assemblea, pari a 504 voti. Non c'è una prassi certa sulla cadenza delle votazioni; la seduta comune è considerata un'unica seduta anche se si sviluppa in più giorni. Lo spoglio è fatto dal presidente della Camera.

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