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Questo articolo è stato pubblicato il 11 marzo 2013 alle ore 08:03.

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Ennesima bocciatura per il cacciabombardiere F-35. Dopo il rapporto che due mesi or sono evidenziò i problemi tecnici irrisolti e l'aumento dei costi del programma è ancora una volta lo stesso ufficio del Pentagono a mettere in discussione il velivolo di Lockheed Martin per l'efficacia dell'addestramento dei primi 71 piloti e 711 specialisti che verranno "brevettati" entro il 2013.

Il nuovo rapporto redatto dell'Operational Test and Evaluation (OTE) e inviato il 15 febbraio al Congresso e alle forze armate statunitensi contesta il senso dell'attuale addestramento su un velivolo ancora incompleto, con moltissime limitazioni di volo che renderanno quindi inevitabile addestrare nuovamente il personale una volta che i problemi tecnici saranno risolti e lo sviluppo dell'aereo ultimato. Il problema non è nuovo e riguarda l'inusuale procedura, mai adottata precedentemente, di assegnare ai reparti i primi esemplari di un aereo da combattimento che non è ancora messo a punto. Le forze aeree dei Marines, per citare l'esempio più eclatante, hanno costituito nel novembre scorso a Yuma (Arizona) un reparto "operativo" con i primi F-35B (versione a decollo corto e atterraggio verticale che equipaggerà in 30 esemplari anche l'Aeronautica e la Marina italiana), aerei che non sono ancora tecnicamente operativi. Questo significa che i jet dovranno subire ulteriori lavori e i piloti possono utilizzare gli F-35 già disponibili solo con molte limitazioni che escludono ad esempio la simulazione di azioni e manovre di combattimento. Il rapporto firmato dal direttore dell'OTE, Michael Gilmore sottolinea che "le restrizioni nelle operazioni di volo a questo stadio dello sviluppo, limitano in maniera sostanziale l'utilità dell'addestramento".

Il Pentagono, già alle prese con i tagli per 46 miliardi di dollari della "sequestration", sembra valutare l'efficacia tecnica e finanziaria del programma addestrativo dell'F-35 soprattutto dopo che i piloti coinvolti, tutti esperti provenienti dai reparti di F-16, F-15, F-18 e Harrier, hanno evidenziato le 19 limitazioni imposte al volo. Tra queste è vietato raggiungere la velocità del suono, effettuare picchiate, assumere angolazioni di volo ed effettuate manovre "spinte", decollare e atterrare in formazione, volare di notte o con cattivo tempo o in prossimità di temporali, rifornirsi in volo, aprire i portelloni del vano bombe, utilizzare gli equipaggiamenti elettronici e numerose altre limitazioni tecniche. I piloti lamentano di non poter fare, con gli F-35 a disposizione, quasi nulla di quanto attiene il volo con un cacciabombardiere e di non poter effettuare una vera "familiarizzazione" con il nuovo velivolo.

L'Usaf e il Joint Program Office hanno contestato il rapporto del Pentagono ribadendo che l'addestramento, anche se per ora solo "basico", deve procedere con la prevista gradualità. Le nuove critiche al programma F-35 provenienti dal cuore della Difesa statunitense, che giungono pochi giorni dopo l'autorizzazione a riprendere i voli in seguito a blocco determinato da un guasto alla turbina, potrebbero contribuire a sostenere l'ipotesi di una forte riduzione delle commesse di F-35 (rispetto ai 2.400 velivoli previsti) nell'ambito di nuovi tagli all'apparato militare caldeggiati dall'Amministrazione Obama. Un taglio nel numero do F-35 destinati alle forze statunitensi si tradurrebbe però in un aumento generalizzato del costo di ogni singolo velivolo che ricadrebbe anche sugli altri acquirenti.

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