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Questo articolo è stato pubblicato il 11 marzo 2013 alle ore 13:46.
Sarà una settimana densa di eventi quella che si è appena aperta. Dal Conclave per l'elezione del nuovo Papa alla chiusura dell'Assemblea del Popolo cinese che sancirà il cambio della guardia ai vertici del Paese, dal vertice europeo di Bruxelles fino alla seduta inaugurale del Parlamento italiano. Vediamo cosa dobbiamo aspettarci.
Spareggio a due per l'erede di Ratzinger, con possibile sorpresa
È stato allestito questa mattina il balcone della Basilica di San Pietro da cui verrà pronunciata la celebre frase 'habemus papam' che annuncerà al mondo il nuovo Pontefice. A 24 ore dall'ingresso dei cardinali nella Cappella Sistina, l'inizio del Conclave si profila come uno "spareggio" a due. Ma che poi ad arrivare al traguardo
finale dell'elezione saranno il cardinale di Milano Angelo Scola o quello di San
Paolo, Odilo Pedro Scherer - i due contendenti in lizza che partono con un
"pacchetto" già consistente di voti -, è ancora tutto da dimostrare.
Molti, infatti, poco meno della metà dei 115 elettori, sono ancora i porporati
"indecisi", che non hanno manifestato preferenze.
Scola, 71 anni, è il più forte tra gli italiani, anche se a
sostenerlo sarebbe soprattutto un gruppo eterogeneo di stranieri (nordeuropei, nord
e sudamericani, oltre a qualche connazionale) il cui obiettivo è eleggere un
Pontefice che operi la tanto attesa riforma della Curia.
Scherer, 63 anni, capo della diocesi più popolosa al mondo, è invece il candidato
di chi è più legato alla Curia romana e auspica una continuità. Scola conterebbe su meno di una quarantina di voti e Scherer su una trentina scarsa: ben lontani, quindi, dal quorum di 77 voti necessari all'elezione, pari ai due terzi del complesso degli elettori (115). Si vedrà già al primo scrutinio, domani pomeriggio, se uno dei due avrà
catalizzato gli oltre 45 voti da cui poi prendere il largo. Se una prospettiva del
genere non si concretizzerà, c'è più di un candidato capace di raccogliere il
testimone, come il franco-canadese Marc Ouellet, l'ungherese Peter Erdo, o anche gli americani Timothy Dolan e Sean ÒMalley.
In Cina inizia l'era di Xi Jinping e Li Keqiang
Questa è anche la settimana di chiusura dell'Assemblea nazionale del Popolo in Cina, al termine della quale sarà formalizzato il passaggio di consegne tra la vecchia guardia guidata da Hu Jintato e Wen Jiabao e la nuova classe dirigente capitanata da Xi Jinping e Li Keqiang. Originario dello Shaanxi, 59 anni, due lauree conseguite alla prestigiosa Tsinghua University, sposato con una famosa cantante d'opera cinese, il futuro leader massimo Xi Jinping è un figlio d'arte. O meglio, un "principino rosso". Suo padre, Xi Zhongxun, ricoprì la carica di vicepremier. E per quei tempi si dimostrò un vero riformista: fu lui infatti l'architetto delle Zone economiche speciali volute da Deng Xiaoping nei primi anni '80 per favorire il decollo industriale del paese e attirare gli investimenti stranieri.
Ed è addirittura percepito come un super-riformista Li Keqiang. Cinquantasette anni, già segretario del Pcc nella prosperosa provincia di Liaoning, una laurea in economia alla Beijing University, il futuro premier cinese si trascina dietro questa fama fin dai tempi in cui militava nella Lega dei Giovani Comunisti. O almeno così lo descrive chi lo ha conosciuto alla fine degli anni '70 quando, approfittando del clima di profonda disillusione lasciato dalla Rivoluzione culturale, il giovane studente dell'Anhui parlava con disinvoltura di democrazia nei dibattiti interni alla Lega dove, a suo tempo, conobbe il suo futuro mentore, Hu Jintao.
Accanto ai volti nuovi ci sono anche conferme. Come quella di Zhou Xiaochuan,
il governatore della banca centrale cinese eletto oggi
vicepresidente dell' Assemblea Consultiva del Popolo, la seconda "Camera" del
Parlamento cinese. L' elezione apre la via alla sua riconferma alla testa della Peoplès Bank of China, una carica che ricopre dalla fine del 2002. Assumendo la carica Zhou entra infatti nel gruppo dei "leader di livello nazionale" i cui componenti non sono tenuti ad andare in pensione a 65 anni (Zhou è nato nel 1948).
A Bruxelles si torna a parlare di crescita
L'appuntamento è fissato per il 1giovedì e venerdì a Bruxelles per il vertice Ue di primavera. A un anno dall'approvazione del fiscal compact che rafforza i vincoli di bilancio del club europeo i governi dei Ventisette passeranno ora alla "fase 2", segnando la rotta per il rilancio per combinare crescita e rigore. Al di là del calendario ufficiale la vera partita si giocherà dietro le quinte.
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