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Questo articolo è stato pubblicato il 12 marzo 2013 alle ore 11:50.

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(Reuters)(Reuters)

LONDRA - I bulgari in epoca comunista, al confronto, erano un popolo di indecisi. Le isole Falkland, territorio al centro di un'eterna disputa fra Argentina e Gran Bretagna, sono andate al voto per scegliere il proprio destino. Il risultato non lascia dubbi: il 99,8% della popolazione vuole rimanere territorio britannico d'oltremare. Solo 3 dei 1500 aventi diritto al voto hanno scelto di sciogliere l'abbraccio di Londra. «Abbiamo mandato il più forte messaggio al mondo - ha commentato Roger Edwards, membro dell'assemblea legislativa - abbiamo ribadito di volere restare nella condizione in cui siamo. Ci va bene così».

Di sicuro non va bene all'Argentina che non ha mai cessato di rivendicare las Malvinas nonostante la guerra che tre decenni fa provocò centinaia di morti. Il governo di Buenos Aires ha liquidato il referendum come una farsa e ha ripreso a spingere su Londra per negoziare un accordo che possa condurre a una situazione diversa da quella attuale.

L'esecutivo di David Cameron resiste sulla linea di sempre: si potranno considerare sviluppi differenti se la maggioranza della popolazione si esprimerà in tal senso. Così è nata l' idea del referendum che ha visto trionfare la linea pro-britannica. Londra spera ora di esercitare maggiore pressione sugli Usa che tendono ad essere neutrali nella disputa. L'intera comunità' sudamericana sostiene le ragioni di Buenos Aires, quantomai decisa a insistere, nonostante il referendum. Il conflitto anglo-argentino è destinato ad aggravarsi ora che la Gran Bretagna ha dato il via a esplorazioni alla ricerca di idrocarburi nell'area offshore delle isole contese.

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