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Questo articolo è stato pubblicato il 12 marzo 2013 alle ore 16:37.

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All'insediamento del nuovo Parlamento, scatteranno le manette per quei deputati e senatori "salvati", nella legislazione appena conclusa, dai voti favorevoli delle rispettive Aule di appartenenza. Nicola Cosentino si costituirà in carcere venerdì 15 marzo. L'ex potentissimo sottosegretario all'Economia è sotto processo in due diversi procedimenti: concorso esterno in associazione camorristica (per i pm, sarebbe il referente nazionale del famigerato clan dei Casalesi) e reimpiego di capitali illeciti aggravato dalla finalità mafiosa (in relazione alla costruzione di un centro commerciale a Casal di Principe).

È accusato da una decina di pentiti di aver stretto un patto scellerato con la camorra in cambio di voti e consenso, anche se le loro ricostruzioni accusatorie sono risultate spesso contraddittorie e qua e là inattendibili. Ai domiciliari finiranno invece due senatori. Sergio De Gregorio, sott'inchiesta insieme a Valter Lavitola per le truffe sui fondi per l'editoria e testimone chiave dell'indagine sulla compravendita di parlamentari che vede indagato a Napoli per corruzione Silvio Berlusconi. Ed Enzo Nespoli, sindaco di Afragola, coinvolto in un procedimento per bancarotta, truffa e riciclaggio. La mancata ricandidatura ha invece fatto bene a Marco Milanese, ex braccio destro di Giulio Tremonti al ministero dell'Economia.

Il gip ha infatti revocato la misura della custodia cautelare in carcere per corruzione e rivelazione di segreto in quanto, non essendo più parlamentare, l'ex ufficiale della Guardia di finanza non è più in grado di inquinare le prove. Diversa è la situazione di Alfonso Papa, deputato uscente e magistrato in aspettativa che ha scontato sei mesi di carcere preventivo nell'ambito dell'inchiesta P4. È accusato di rivelazione di segreto, corruzione, concussione, estorsione e altri reati minori. Dalla settimana prossima, affronterà il processo in corso a Napoli da semplice cittadino. C'è poi un'altra decina di parlamentari campani, alcuni anche ricandidati, su cui pendono inchieste (segrete o meno) e condanne di primo grado per i più disparati reati. Ma questa è (per ora) un'altra storia.

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