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Questo articolo è stato pubblicato il 12 marzo 2013 alle ore 17:13.

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Calo dell'export nei primi nove mesi del 2012 (-10,6%, a causa delle difficoltà del comparto siderurgico), tasso di disoccupazione nel quarto trimestre dell'anno passato a quota 7,1% (era a 6,4 come valore medio tra gennaio e settembre) ma riscatto nel turismo, fortunatamente grazie ai turisti esteri. Una situazione difficile, ma con segnali, anche, che inducono a un po' di fiducia, provenienti da alcuni settori produttivi, con giovani e hi-tech in evidenza: indici, probabilmente, di qualcosa che sta cambiando nel tessuto economico della Valle d'Aosta, regione autonoma, ex "isola felice", che da diversi mesi si trova anch'essa nella morsa di una congiuntura problematica. Questi, alcuni dei risultati della valutazione sullo stato di salute dell'economia valdostana realizzata da Rapporti24 Valle d'Aosta in uscita mercoledì 13 marzo all'interno del Sole-24 Ore, secondo focus sulla regione nell'arco di soli tre mesi.

Nel comparto turistico l'Europa dell'Est e del Nord rappresentano ormai un punto di riferimento fondamentale (con incrementi, nel 2012, del 32% per i finlandesi, del 19% per i danesi, del 13% per i russi), in una realtà dove le seconde case, al di là delle vacanze natalizie, sono poco utilizzate dagli italiani. Ne è consapevole anche il presidente della Regione, Augusto Rollandin: «Stiamo cercando di aumentare e migliorare l'offerta, per conservare la presenza degli italiani e favorire l'arrivo di stranieri anche d'estate. Puntando su chi ama camminare in quota e agevolando anche le sinergie tra rifugi e hotel». L'ultimo scorcio d'inverno può ancora portare piacevoli soprese tra le vette più alte delle Alpi. Per ora, e in controtendenza, il bilancio 2012 rivela la buona tenuta del comparto turistico in Valle d'Aosta: +4% di arrivi (a un milione) e +1% di presenze (a 3,2 milioni), rispetto a un mercato nazionale in sofferenza.

Esistono, però, ostacoli allo sviluppo turistico. A partire dal servizio ferroviario e dall'aeroporto di Aosta.
"Rapporti24" individua molti punti di forza del turismo valdostano che verrà, tra cui importanti ammodernamenti di strutture ricettive (dal Courmajestic all'auberge de La Maison, al Casinò di Saint-Vincent) e di impianti, come le nuove funivie del Monte Bianco. Tutto ciò con investimenti della Regione nella promozione internazionale, nell'impiantistica e con attività sinergiche tra pubblico e privato.

Nel focus sulla Valle d'Aosta il sociologo Aldo Bonomi, nel suo "Viaggio in Italia" trova i semi di una possibile svolta: «È cresciuta una piccola manifattura che va nel mondo con le attrezzature dello sport invernale, l'abbigliamento alpino, i salumi e i vini. Si ragiona di green economy, facendo rete tra Università e Slow Food. Il capitalista locale delle reti, la Cva, ha trenta centrali idroelettriche e un parco eolico a Viterbo. Gli incentivi regionali e il Politecnico di Torino hanno portato in bassa Valle (spesso da Torino e dal Canavese), piccole imprese hi-tech e centri ricerca aziendali».

«Anche in Valle d'Aosta, l'impresa manifatturiera deve essere rimessa al centro» dice la presidente di Confindustria Valle d'Aosta, Monica Pirovano «perché è un valore per il nostro territorio e un fattore decisivo per rimettere in moto il processo di crescita e per dare un futuro ai nostri giovani lavoratori». La Pirovano, amministratore delegato della Cogne Acciai Speciali e al suo secondo mandato alla guida dell'associazione di categoria, ci crede. Come testimoniano le case history di aziende come Grivel, Gps Standard, Thermoplay e realtà giovani come Techgea, Fastalp, Biodigitalvalley, Vass Technologies, La Tacita e Mavitec

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