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Questo articolo è stato pubblicato il 14 marzo 2013 alle ore 07:42.

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Figlio di un eroe rivoluzionario, 60 anni tra tre mesi, è conosciuto come uno dei «principi rossi» della nomenklatura della seconda potenza mondiale. Da venerdì Xi Jinping sarà il primo presidente della Repubblica Popolare Cinese. Si tratta dell' ultimo atto del processo di successione, che in Cina si svolge ogni dieci anni e che era iniziato col 18esimo congresso del Partito Comunista, nel novembre scorso. È la seconda volta che la successione si svolge in modo ordinato e senza sorprese, a dimostrazione che il Partito Comunista è riuscito a creare un meccanismo accettato da tutte le sue componenti. A sorpresa, Xi Jinping ha scelto come suo vice Li Yuanchao, considerato un riformista, preferendolo al favorito Liu Yunshan.

Xi Jinping succede a Hu Jintao. A differenza del suo predecessore, una volta eletto segretario del Partito comunista, Xi Jinping ha subito preso la guida
della potente Commissione militare centrale, l'organismo dirigente del Partito comunista sull'Armata popolare di liberazione. Il primo viaggio all'estero di Xi Jinping è previsto entro la fine del mese con una visita ufficiale a Mosca, seguito da una visita in Africa. Xi Jinping per i prossimi dieci anni sarà colui che terrà in mano le redini del potere in Cina.

Il padre del neopresidente era Xi Zhongxun, uno dei rivoluzionari della prima ora insieme al presidente Mao Zedong e convinto riformista negli ultimi anni della sua vita. Xi Jinping è invece sposato ad una famosa cantante - sparita dalla pubblica vista da quando il marito è stato indicato come il successore designato del presidente Hu Jintao - ed è considerato un riformista "prudente" e acceso nazionalista. Appoggiato dagli altri "principi" - molti dei quali oggi sono in posizioni chiave - e dall'esercito, Xi dovrà affrontare problemi come dilagante corruzione, crescenti differenze tra ricchi e poveri e i danni provocati all'ambiente dal tumultuoso sviluppo economico degli ultimi anni. Nelle sue prime uscite pubbliche dopo essere stato nominato, in novembre, segretario del Partito Comunista, il nuovo leader cinese ha sottolineato la necessità di uno "stile di lavoro" modesto e di evitare gli eccessi di servilismo spesso mostrati dai leader delle province verso quelli nazionali. Quattro anni fa, nel corso di una visita in Messico, Xi mostrò il suo volto aggressivo accusando «alcuni stranieri con la pancia piena» di criticare la Cina a vanvera.

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