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Questo articolo è stato pubblicato il 14 marzo 2013 alle ore 16:25.

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Rupert Murdoch può essere soddisfatto: lo scandalo sulle intercettazioni illegali, che finora aveva travolto solo il suo impero, oggi si allarga e colpisce anche il gruppo Mirror, il suo maggiore rivale e più acerrimo nemico. La Metropolitan Police, infatti, stamattina ha arrestato quattro giornalisti del Mirror Group Newspapers.

I giornalisti del Mirror avrebbero preso parte a una "congiura" per intercettare telefonate e messaggi sui cellulari - negli anni 2003 e 2004 - alla ricerca di scoop e storie esclusive da mettere in prima pagina. L'indagine, ha fatto sapere la polizia, riguarda soprattutto il Sunday Mirror, il domenicale del gruppo che era il maggiore rivale di News of the World, il settimanale di News International più coinvolto nelle intercettazioni illegali che Murdoch aveva deciso di chiudere nel 2011.

Lo scandalo aveva anche costretto alle dimissioni l'intero vertice di News International, portando anche all'addio di Rebekah Brooks, braccio destro di Murdoch in Gran Bretagna e da lui considerata come una figlia. La Brooks, da allora, è stata arrestata diverse volte ed è accusata anche di corruzione di pubblico ufficiale per avere pagato la polizia per ottenere informazioni esclusive.

L'indagine della polizia sulle intercettazioni illegali finora ha portato a 32 arresti, ma quelli di oggi sono i primi fuori dal gruppo Murdoch. I giornalisti del gruppo Mirror arrestati oggi sono Tina Weaver, ex direttrice del Sunday Mirror – che tra l'altro è membro della Press Complaints Commission, l'ente di regolamentazione della stampa britannica - James Scott, ex vicedirettore e attuale direttore del titolo rivale Sunday People, Mark Thomas, un altro ex vicedirettore e Nick Buckley, ex capo della cronaca.

La polizia ha fatto sapere che contatterà a breve le presunte "vittime" delle loro intercettazioni. Oltre 250 celebrità – attori, personalità televisive, atleti, esponenti della politica – hanno accusato il gruppo Murdoch di avere violato la loro privacy e hanno ottenuto risarcimenti per un totale di decine di milioni di sterline.

La difesa dei giornalisti di News International è sempre stata che "così fan tutti": secondo loro la pratica di intercettare telefonate era diffusa e non limitata a News of the World, così come la pratica di pagare la polizia per avere informazioni riservate. Gli arresti di oggi sembrano dare loro ragione. Per l'opinione pubblica invece l'allargarsi dell'inchiesta è un'ulteriore dimostrazione degli eccessi a cui ha portato la feroce concorrenza tra testate giornalistiche, con giornalisti pronti a tutto o quasi pur di conquistare uno scoop.

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