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Questo articolo è stato pubblicato il 14 marzo 2013 alle ore 19:22.

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«L'uomo più pericoloso d'Europa»: è l'audace titolo di un articolo di commento dello Spiegel online, riferito a Beppe Grillo, il giorno dopo che l'intervista del quotidiano tedesco Handelsblatt al leader del Movimento 5 Stelle («L'Italia de facto è già fuori dall'euro») è rimbalzata su tutta la stampa tedesca e europea.

«L'uomo che Peer Steinbrueck ha chiamato clown, possiede doti di intrattenimento, su questo non c'è dubbio", esordisce Jan Fleischhauer nel suo pezzo, spiegando che se il candidato Spd alla cancelleria avesse dato del buffone solo a Silvio Berlusconi tutti sarebbero stati d'accordo. Ma insultare anche Grillo, «il capo guida delle piazze», «l'eroe dei giovani» etc., ha obbligato perfino i compagni di partito a richiamare l'ex ministro delle Finanze tedesco all'ordine.

Nel programma del M5S ci sono molte cose che si potrebbero trovare anche nel partito dei Verdi tedeschi o tra i new global di Attac. Ma ciò che differenzia Grillo è «la sua energia e il suo risentimento». Nel provocare la rabbia - contro i tedeschi, contro la burocrazia di Bruxelles, contro il Sistema - c'è la chiave del suo successo, spiega Fleischhauer: «E' questo che lo rende grande, non il richiamo alla ragione o l'amore per la democrazia».

L'editorialista tedesco definisce «un'illusione» l'idea che la voce della strada sia più democratica del voto dei rappresentanti inviati in Parlamento, un'illusione appunto che «trova sostenitori anche qui in Germania». Fleishhauer concorda con l'analisi fatta sul settimanale svizzero Weltwoche dal giornalista britannico e biografo di Mussolini, Nicholas Farrell, che riscontra molti punti in comune tra il leader di M5S ed il fondatore del fascismo, in particolare quando il duce definiva il parlamento «un'aula sorda e grigia». Nel fondo dello Spiegel si sottolinea al riguardo che «oggi si trascura volentieri il fatto che il fascismo era in sostanza un movimento di sinistra».

La conclusione di Fleischhauer è che nel definire «due clown» i vincitori delle recenti elezioni italiane, «si può solo sperare che Peer Steinbrueck abbia avuto ragione. Purtroppo sembra che su uno dei due si sia profondamente sbagliato».

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