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Questo articolo è stato pubblicato il 15 marzo 2013 alle ore 10:43.

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I regolamenti di Camera e Senato prevedono regole diverse per l'elezione dei rispettivi presidenti. Ad esempio, a Palazzo Madama, dal quarto scrutinio in poi, si va al ballottaggio tra i due candidati più votati. Un istituto che invece non è previsto dalle norme di Montecitorio. Oggi dovrebbero tenersi due votazioni al Senato e tre alla Camera, dopodiché si ricomincerà domani.

Le regole per la Camera
Nella prima votazione a Montecitorio servono i due terzi dei componenti. Il quorum è fissato dunque a quota 420. Per raggiungerlo non basterebbero i voti del centrosinistra (345) e della coalizione di Monti (47). Anche il secondo scrutinio, previsto sempre per oggi, dovrebbe concludersi con un nulla di fatto. Nonostante il quorum, dal secondo scrutinio in poi, si abbassa ai due terzi dei votanti (e non più dei componenti), considerando anche le schede bianche. Stesse regole per la terza votazione che dovrebbe tenersi oggi. Da domani spazio alla quarta votazione. Che dovrebbe essere quella decisiva perché basterà la maggioranza assoluta (316 voti). In questo caso il centrosinistra avrebbe i numeri per eleggere da solo il presidente della Camera.

Le regole per il Senato
A Palazzo Madama nel primo e nel secondo scrutinio viene eletto presidente chi raggiunge la maggioranza assoluta dei componenti (e cioè 161 voti). Non bastano i voti di Pd, Sel e Monti (142 voti in totale) mentre sarebbe sufficiente la somma di centrosinistra e Movimento 5 Stelle (177 voti). Nella terza votazione - che dovrebbe tenersi domani - serve la maggioranza assoluta dei voti dei presenti (e non dei componenti). Come detto, in caso di mancato raggiungimento del quorum, dalla quarta votazione in poi si va al ballottaggio tra i due nomi più votati durante il terzo scrutinio.

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