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Questo articolo è stato pubblicato il 18 marzo 2013 alle ore 06:37.

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MILANO
La data dell'addio di Equitalia ai Comuni si avvicina nuovamente, e ancora una volta il sistema arriva completamente impreparato all'appuntamento. Seguendo un copione che si ripete puntuale da fine 2011, si torna a parlare di una proroga che congeli il quadro attuale, probabilmente fino alla fine dell'anno, nonostante i significati politici di cui l'uscita dalla scena locale dell'agente nazionale della riscossione è stata caricata da parte di un po' tutte le forze politiche.
Equitalia avrebbe dovuto salutare i Comuni alla fine del 2011, in base a una norma del decreto Sviluppo di quell'anno, che avrebbe creato una serie di problemi ancora irrisolti dopo due anni di proroghe. L'ultima data è stata fissata dal decreto enti locali di novembre al 30 giugno prossimo, «in attesa del riordino della disciplina delle attività di gestione e riscossione delle entrate degli enti territoriali». Nel frattempo, però, il riordino non c'è stato, perché la caduta della legge delega di riforma fiscale preparata dal Governo Monti l'ha travolto e nessuno ci ha rimesso mano. In teoria, entro giugno, gli oltre 6mila Comuni per i quali Equitalia effettua la riscossione spontanea o coattiva di tributi e tariffe dovrebbero scegliere quale strada imboccare, e nel caso di ricorso a un altro soggetto esterno dovrebbero bandire le gare e assegnare il servizio. In alternativa, potrebbero riportare il servizio all'interno della gestione diretta da parte del Comune, con un'opzione che però si scontra con i vincoli di spesa e i limiti pesanti alle assunzioni.
In un panorama sostanzialmente congelato, qualcosa si è mosso qua e là negli ultimi mesi. A febbraio l'Emilia Romagna ha chiuso la gara da 215 milioni di euro, voluta dall'Anci regionale e dal Comune di Bologna, creando in questo modo la cornice a cui potranno aderire i Comuni lasciati da Equitalia. Secondo questo schema, assegnato all'Associazione temporanea formata da Engineering e Ica in tutti e nove i lotti provinciali, il servizio gestirà tutte le attività di riscossione dei Comuni aderenti, lasciando ai singoli enti la firma degli atti. Il «modello emiliano» interessa da vicino anche Regioni come Piemonte, Veneto e Toscana, mentre nel Mezzogiorno il panorama è più fermo, con eccezioni come la Campania dove si è intervenuti con legge regionale. Dopo un lungo periodo di stasi obbligata, anche l'Associazione nazionale dei Comuni ha riavviato la macchina per la costruzione di Anci Riscossioni (si veda Il Sole 24 Ore del 15 marzo) e sta esaminando le offerte che nella graduatoria provvisoria vedono primeggiare la Romeo Gestioni, seguita da Maggioli, dal raggruppamento temporaneo Ica-Abaco e da Engineering. Il quadro, comunque, rimane decisamente incerto e la nuova proroga si fa sempre più probabile.
«Il passare del tempo ha ovviamente aggravato i problemi – spiega Alessandro Gargani, amministratore unico di Anci Riscossioni – ed è grave che il Governo tecnico non abbia trovato soluzioni. In questo quadro di emergenza, di fronte a una proroga non faremmo barricate, purché non si continui a tenere bloccate anche le gare. Questo sarebbe inaccettabile, perché chi vuole deve poter affidare il servizio a nuovi soggetti». Lo sblocco delle gare interessa da vicino anche le Regioni che stanno strutturando i servizi territoriali, con un processo che, secondo Gargani, «in prospettiva può indurre anche Anci Riscossioni ad adeguare la propria strategia». L'idea di una proroga vede possibilisti anche gli operatori privati riuniti in Anacap, purché l'ennesimo rinvio serva a gettare le basi di un «testo unico della riscossione locale» giudicato necessario per superare la fase infinita dell'emergenza.
@giannitrovati
gianni.trovati@ilsole24ore.com
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Le tappe
I passaggi della "riforma" della riscossione locale
1
LA «RIFORMA»
La "riforma" della riscossione locale è contenuta nell'articolo 7 del decreto Sviluppo del 2011 (Dl 70/2011), che prevedeva l'abbandono di Equitalia dalla raccolta dei tributi locali a partire dal 1° gennaio successivo. La norma stabilisce la «cessazione dell'attività» di Equitalia in questo settore, per cui non disciplina il destino delle cartelle prese in carico ma non ancora arrivate all'incasso
2
LA PROROGA
La norma del decreto Sviluppo ha sollevato numerosi problemi anche sugli strumenti di riscossione a disposizione dei diversi soggetti, sulla riforma dell'ingiunzione e così via. L'assenza di soluzioni e il conseguente buco normativo che la sua applicazione avrebbe determinato ha scatenato la sequela delle proroghe, che si sono succedute fino a oggi

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