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Questo articolo è stato pubblicato il 18 marzo 2013 alle ore 10:29.

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«Ingiusta, non professionale e pericolosa». Così il presidente russo Vladimir Putin ha definito la possibile introduzione del prelievo forzoso dai conti correnti delle banche cipriote, nel quadro del piano di aiuti da 10 miliardi di euro concordato tra Cipro e la troika (Bce, Ue e Fmi). A riportare le parole del capo del Cremlino è stato il suo portavoce, Dmitri Peskov, come riferisce l'agenzia Ria Novosti. I termini negoziati da Nicosia con la troika devono ancora essere ratificati dal Parlamento. I correntisti russi sarebbero tra le principali vittime di peso - mischiati ai residenti che tali ricchezze non posseggono - del prelievo sui depositi a Cipro, da tempo paradiso fiscale per molti oligarchi.

La decisione scatena reazione di diverso colore. In Germania contrari al prelievo forzoso sono ad esempio voci dell'opposizione che certo non pensano, come Putin, agli oligarchi russi: «Perché non prelelevare il 15% dai conti dei ricchi ed escludere tutti gli altri correntisti con depositi fino a 25mila euro?» rilancia Juergen Trittin, leader dei Verdi tedeschi. Sulla stessa scia di Trittin, anche il numero dui dei socialdemocratici (SPD) in parliamento Joachim Poss che invita a distinguere: sì colpire le banche cipriote ma non tutti i risparmiatori che potrebbero pagare un ingiusto prezzo per gli errori altrui.
"La domanda che ci dobbiamo fare è se la misura non si dovrebbe concentrare solo su quei conti superiori a 100mila euro» ha detto Poss alla radio bavarese.

Per il nostro Paese c'è invece la rassicurazione delpresidente della Consob, Giuseppe vegas, secondo cui l'Italia è una realtà ben diversa da Cipro e non bisogna drammatizzare, nonostante il nervosismo dei mercati. «Cipro è una realtà molto piccola, poi è chiaro che i mercati sono nervosi», ha detto Vegas commentando l'andamento odierno della Borsa.

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