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Questo articolo è stato pubblicato il 19 marzo 2013 alle ore 13:54.

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L'Italia prova a recuperare il terreno perduto nel campo della ricerca. E brucia le tappe in vista della prossima programmazione Ue 2014-2020. Con il documento «Horizon 2020 Italia» al Miur il nostro Paese è il primo a individuare le priorità su cui dirottare i fondi che arriveranno da Bruxelles nei prossimi sette anni. Quattro le linee di intervento: favorire l'incontro tra domanda e offerta di innovazione espressa;
incrementare l'efficacia e l'efficienza degli investimenti; aumentare la mobilità dei ricercatori in entrata ed in uscita; intercettare quote crescenti di risorse europee.

Il ritardo dell'Italia e dell'Europa nella ricerca
Il documento «Horizon 2020 Italia» - che è stato presentato oggi a viale Trastevere, alla presenza di Francesco Profumo, ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, e di John Bell, capo di Gabinetto del Commissario alla Ricerca, Innovazione e Scienza Maire Geoghegan-Quinn - si articola in 132 pagine ricche di dati e tabelle. Punto di partenza è il ritardo che il vecchio continente (in generale) e l'Italia (in particolare) scontano sul piano della ricerca e sviluppo. Come dimostra l'indice Innovation union scoreboard della Commissione europea, che misura la capacità innovativa dei vari sistemi economici e posiziona l'Ue a 27 al quarto posto dietro a Stati Uniti, Giappone e Corea. Con alle sue spalle Cina e India pronte a superarla. Un piazzamento dovuto al trend negativo delle pubblicazioni scientifiche e del numero di brevetti. In questo contesto, già di per sé non esaltante, l'Italia si colloca nei bassifondi della graduatoria. Tra i Paesi definiti «moderate innovators»,dovuto soprattutto a una bassa quota di esportazioni ad alto contenuto di tecnologia e ai livelli troppo bassi della produttività del lavoro.

Le linee di intervento sollecitate dai cittadini
Passando alle azioni da mettere in campo nei prossimi sette anni il documento parte dalle proposte emerse dalla consultazione pubblica, che è stata condotta dal Miur dall'11 ottobre al 16 novembre 2012 e a cui hanno partecipato circa 6.000 cittadini e addetti ai lavori. Quattro le linee di intervento individuate, da collegare tra loro per produrre un effetto positivo a cascata:favorire l'incontro tra la domanda di ricerca e innovazione espressa dai cittadini, con l'offerta da parte di università e imprese; mettere a punto un metodo di programmazione che possa incrementare l'efficacia e l'efficienza degli investimenti su ricerca e innovazione; aumentare l'attrattività del sistema per una maggiore mobilità dei ricercatori in entrata ed in uscita; intercettare quote crescenti di risorse europee. Da qui l'auspicio del ministero ad avviare da subito - e in vista della programmazione Ue 2014/2020 - un «ciclo virtuoso» che parta da scuole e università e arrivi a individuare la domanda di innovazione proveniente dai cittadini così da orientare l'offerta attraverso i bandi e i programmi. E dall'incontro tra domanda e offerta - è la speranza del Miur - arriveranno ricadute economiche e sociali positive per tutti. Nella convinzione che una buona programmazione produca un aumento del 50% delle risorse a disposizione e inneschi così un ciclo virtuoso ed un effetto moltiplicatore.

Le finalità del documento
Per il ministro Francesco Profumo sono tre gli obiettivi che «Horizon 2020 Italia», nonostante arrivi in coincidenza con la fine del Governo Monti, vuole perseguire: «Rendere espliciti gli intenti strategici che si sono formati in questo anno e mezzo di lavoro, consegnare al prossimo Governo un rendiconto strutturato dell'azione svolta e, soprattutto, avviare un ampio dibattito nel Paese, tra i portatori di interesse diretti, ma anche tra l'insieme ampio di coloro che giustamente pretendono rendicontabilità sociale anche dagli investimenti in ricerca e innovazione». Nella stessa occasione è stato presentato il portale www.researchitaly.it realizzato in collaborazione con il Cineca e destinato a fotografare, supportare e promuovere la ricerca italiana d'eccellenza.

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