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Questo articolo è stato pubblicato il 19 marzo 2013 alle ore 16:40.

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Il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, da europeista profondamente convinto, esprime «fortissima preoccupazione» per ciò che sta accadendo a Cipro. E' quanto si legge in un comunicato stampa diffuso da Confindustria. «I risparmi dei cittadini - si legge nella nota - sono il tesoro di ogni singolo Stato e, pertanto, vanno assolutamente difesi. L'eventuale decisione di un prelievo forzoso sui depositi bancari proposto dalla Ue al governo cipriota creerebbe un pericoloso precedente che trasformerebbe l'Europa in matrigna». In proposito, il presidente Squinzi ha scritto una lettera ai presidenti delle confindustrie europee per condividere una posizione comune.

Nel complesso, l'Unione europea punta a a prelevare dai depositi bancari ciprioti 5,8 miliardi di euro, condizione per sbloccare i nuovi prestiti internazionali da circa 10 miliardi di euro. Al momento, la tassa prevista è del 6,75% per i depositi inferiori a 100mila euro e al 9,9% per quelli superiori ai 100mila euro. Qualora il Governo di Cipro rifiutasse di ratificare l'implementazione di prelievi forzosi sui conti correnti, sarebbe comunque improbabile che le minacce della troika Ue (Banca centrale europea, Unione europea e Fondo monetario internazionale) si traducano in uno stop agli aiuti a favore delle banche di Cipro. Il rischio di un collasso del sistema bancario cipriota, infatti, rende molto probabile che le trattative fra la Troika e Cipro continuino fino a che non sarà trovata una soluzione di compromesso accettabile per tutte le parti in causa.

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