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Questo articolo è stato pubblicato il 20 marzo 2013 alle ore 07:02.
L'ultima modifica è del 05 giugno 2014 alle ore 12:46.

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Non c'è in preparazione soltanto il decreto legge che svincolerà dal patto di stabilità interno i cofinanziamenti nazionali ai fondi strutturali Ue. Nella stessa direzione - e per chiudere il cerchio dell'accelerazione della spesa dei fondi comunitari - c'è anche l'innalzamento dei target di spesa per gli anni 2013 e 2014. Da una parte si mettono, quindi, le amministrazioni regionali e locali in condizioni di spendere più velocemente senza più i vincoli del patto di stabilità interno, dall'altra si impongono loro obiettivi di spesa più ambiziosi.
È questa la manovra cui sta lavorando il ministro per la Coesione territoriale, Fabrizio Barca, che ha già presentato ai Governatori la settimana scorsa la volontà di innalzare i target, in modo da accelerare la spesa che altrimenti si concluderebbe con una consistente quota nell'ottobre 2015 e potrebbe godere di alcune deroghe pesanti soprattutto per i progetti di grandi infrastrutture. L'obiettivo è ridurre queste deroghe e spingere perché già nel biennio 2013-2014 cresca la spesa programmata, ora che i primi risultati di accelerazione si sono già visti con il rendiconto 2012.
Per il resto si conferma che la prima bozza del decreto legge è pronta e potrebbe andare - insieme alla partita sui pagamenti della Pa alle imprese - al Consiglio dei ministri la prossima settimana, quando le istruttorie tecniche saranno completate.

L'obiettivo del provvedimento è anzitutto quello di liberare dai vincoli del patto di stabilità interno i 12 miliardi di cofinanziamenti nazionali che ancora restano da spendere da qui all'ottobre 2015. Sono 2,6 miliardi nel 2013, 4,6 miliardi nel 2014, 5,1 miliardi nel 2015: è il 39,7% dei 31 miliardi di investimenti complessivamente finanziati dai fondi strutturali Ue che restano da fare nei prossimi trenta mesi all'interno della programmazione 2007-2013.
Non è ancora chiaro che quota di questi 12 miliardi di cofinanziamenti saranno effettivamente svincolati dal patto di stabilità. Non sarà comunque una quota trascurabile. La direzione di marcia è comunque segnata (anche le istruttorie tecniche su questo fronte sono state completate). Il provvedimento è, d'altra parte, in linea con la lettera recapitata personalmente dal premier Monti al Presidente del Consiglio Ue e ai capi di stato riuniti a Bruxelles il 14 e 15 marzo scorso. Negli «ulteriori margini di flessibilità» del Patto che possono consentire di creare crescita e posti di lavoro a un'Italia in piena regola con i conti, Mario Monti mette al primo posto proprio «la quota di cofinanziamento nazionale per i fondi strutturali, in modo da sbloccare gli investimenti pubblici produttivi, per progetti in linea con le priorità concordate in sede Ue».

Barca lavora da tempo all'accelerazione della spesa Ue e alla "liberazione" di queste risorse dal patto di stabilità interno: una prima esperienza in tale senso fu fatta con la prima manovra del Governo Monti, il «decreto salva-Italia». Allora furono liberati, con l'articolo 3 del decreto legge, tre miliardi di cofinanziamento nazionale dai vincoli del patto di stabilità: un miliardo per ciascuno degli anni 2012, 2013 e 2014. Un successo di velocizzazione, visto che la quota per il 2012 è stata "tirata" al 100% dalle Regioni interessate.
In quel caso «per compensare gli effetti in termini di fabbisogno e indebitamento netto» che si venivano a creare fu istituito presso il ministero dell'Economia un «fondo di compensazione per gli interventi volti a favorire lo sviluppo», con una dotazione esattamente pari alla somma liberata dal patto. Lo stesso percorso dovrebbe essere seguito anche in questa occasione, con un rifinanziamento di quel fondo da parte dell'Economia.

LE RISORSE

12 miliardi - Cofinanziamenti
L'obiettivo del provvedimento è di liberare dai vincoli del patto di stabilità interno i 12 miliardi di cofinanziamenti nazionali che ancora restano da spendere da qui all'ottobre 2015.

2,6 miliardi - La ripartizione
Sono 2,6 miliardi nel 2013, 4,6 miliardi nel 2014, 5,1 miliardi nel 2015.

39,7% - La quota
È la percentuale del totale di 31 miliardi di investimenti complessivamente finanziati dai fondi strutturali Ue che restano da fare nei prossimi trenta mesi all'interno della programmazione 2007-2013.

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