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Questo articolo è stato pubblicato il 20 marzo 2013 alle ore 08:24.

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I principali network sudcoreani e due delle maggiori banche del Paese hanno subito un maxi attacco hacker e sono stati oscurati. La polizia indaga sulla vicenda, ci sono speculazioni su un possibile attacco lanciato dalla Corea del Nord, ma al momento non ci sono conferme. La polizia sudcoreana ha aperto un'inchiesta sul cyberattacco che ha colpito i tre pincipali canali televisivi del Paese, Kbs, Mbc e Ytn, e le banche Shinhan e Nonghyu. Uno dei network che fornisce connettività ai gruppi, LG UPlus Corp, afferma che la home page del proprio sito web è stata sostituita con una pagina di rivendicazione dell'attacco da parte del "Whois Team", che mostra tre teschi e il messaggio «È l'inizio del nostro movimento». Al momento, spiegano gli investigatori, non ci sono prove su chi abbia lanciato l'attacco, anche se molti puntano l'indice contro la Corea del Nord. La scorsa settimana, ha denunciato Pyongyang, anche molti siti ufficiali nordcoreani, tra i quali quello dell'agenzia ufficiale Kcna, hanno subito un attacco informatico «prolungato e intenso». Pyongyang, per questo, aveva accusato Seul e Washington. I serivizi segreti sudcoreani stimano siano almeno 3.000 i «cyber warrior» nordcoreani mobilitati per la guerra informatica.

Pyongyang: i voli dei B-52 Usa sono «provocazioni imperdonabili»
Da parte sua, la Corea del Nord ha reagito con forza, definendo «provocazioni imperdonabili» i voli di addestramento dei bombardieri americani B-52 nei cieli della Corea del Sud nel quadro delle manovre congiunte di Seoul e Washington. Pyongyang ha minacciato rappresaglie se i voli militari dovessero proseguire. «Si tratta di una provocazione imperdonabile», ha dichiarato un portavoce del ministero nordcoreano degli Esteri, in una dichiarazione pubblicata dall'agenzia Kcna. «Gli Stati Uniti operano con velivoli offensivi di strategia nucleare sulla penisola coreana nel momento in cui la situazione è prossima alla guerra», ha aggiunto il portavoce. Pyongyang promette una «risposta militare vigorosa se i bombardieri effettueranno nuove sortite».

Xi Jinping: la Cina pronta a favorire la riconciliazione
Intanto la nuova leadership di Pechino si è detta disponibile ad aiutare una «riconciliazione» tra Seoul e Pyongyang. Lo ha esplicitamente detto il presidente cinese Xi Jinping al suo omologo sudcoreano, secondo un comunicato pubblicato dal ministero degli Esteri cinese. «La Cina è disponibile a fornire la necessaria assistenza per far avanzare la riconciliazione e la cooperazione tra Corea del Sud e Corea del Nord», ha spiegato Xi a Park Geun-Hye in una conversazione telefonica. La Cina, infatti, è l'unico, grande alleato della Corea del Nord.

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